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    Tenerife e… i bambini

    Una delle preoccupazioni maggiori di una famiglia al momento del trasferimento è come reagiranno i figli, se saranno in grado di integrarsi ed imparare la lingua, se saranno accettati o messi da un lato.

    Più piccoli sono i bambini quando si decide di cambiare Stato e più facile sarà il loro inserimento. 

    I piccoli sono delle spugne ed impareranno la nuova lingua alla velocità della luce.

    Gli adolescenti invece in base alla loro indole saranno più o meno predisposti al cambiamento.

    Ma cosa offre Tenerife per i bambini? 

    Innanzitutto ci sono gli asilo nido pubblici (da 4 mesi a 3 anni), la scuola materna (3-6 anni) e le scuole elementari (6-12 anni).

    Le prime due non sono obbligatorie quindi i bambini saranno inseriti se ci sono posti disponibili.

    Le iscrizioni avvengono nel mese di aprile presentando presso la scuola una serie di documenti (a titolo esemplificativo: certificato di nascita in formato europeo, fotocopia della tessera sanitaria, fototessere, domicilio (empadronamiento), fotocopia del libretto di vaccinazioni, fotocopia dei documenti di identità del bambino e dei genitori).


    La scuola può essere quella più vicino a casa o quella vicino al lavoro (in questo caso occorreranno anche i documenti relativi al lavoro).

    Per gli asili nido in alcuni paesi ci sono delle lunghe lista d’attesa e quindi è bene non aspettare la data prevista per l’iscrizione ma andare in segreteria prima, ad informarsi ed in caso presentare la domanda.

    Normalmente nelle scuole materne e nelle elementari (sono nello stesso edificio) c’è l’associazione dei genitori che organizza attività pomeridiane o delega a qualche associazione le attività stesse, per permettere ai genitori di lasciare i bambini prima dell’inizio dei corsi (solitamente dalle 7 del mattino) e dopo (i corsi finiscono tra le 13.15 e le 14.00, poi c’è la mensa).

    Nel pomeriggio le attività organizzate terminano tra le 17.00 e le 18.00.

    Oltre alle attività organizzate dalla scuola, i comuni hanno dei corsi a cui i bambini possono accedere a partire dai 3 o 4 anni.

    Non è richiesta la residenza per poter partecipare ai corsi ma ci sono agevolazioni per chi abita nel municipio.

    I corsi possono essere vari, dai classici calcio, pallavolo, basket, a pattinaggio, tennis, pittura, corsi di inglese.

    In alcuni comuni, come quello di Adeje, c’è anche la scuola municipale di musica con corsi di iniziazione (4-6 anni), danza classica, corsi di vari strumenti musicali (pianoforte, sassofono, clarinetto, fisarmonica, chitarra, etc.) e canto.

    Ad Adeje è anche presente la banda musicale e la scuola di balli tradizionali.    

    Nei municipi dove c’è la piscina comunale, come Los Cristianos o Guia de Isora, ovviamente ci sono i corsi di nuoto sia durante l’anno che intensivi durante le vacanze estive.

    Durante l’anno sono organizzate varie manifestazioni per i bambini, come il taller de Pop-up, la lettura di libri in biblioteca, la settimana della scienza (ad Adeje, a settembre), il festival delle marionette (ottobre Guia de Isora).

    Solitamente i centri commerciali presenti organizzano anche loro attività per i bambini.

    Da settembre al CC el Galeon di Adeje ogni sabato alle 20.00 c’è cinema all’aperto.

    Al Siam Mall c’è stato a settembre il mese dello spazio con osservazione degli astri ogni sabato sera.

    A novembre sarà il mese del karaoke e a dicembre è da segnalare il viaggio culturale organizzato dalla Casa della Gioventù di Adeje dal 3 al 10 dicembre Isla Canarias- Agadir.

    Il 30 novembre è San Andrea e in alcuni municipi si festeggia facendo costruire ai bambini (e ai genitori) i cacharros.

    I bambini e i ragazzi (o i genitori) raccolgono i cacharros (lattine, elettrodomestici, e qualsiasi oggetto vecchio che faccia rumore), li legano ad un bastone e la notte del 29 novembre escono in strada facendo rumore.

    La festa era intimamente collegata con l’apertura delle cantine (tradizionalmente si accompagna il vino nuovo con delle castagne arrosto e sardine o altro pesce salato).

    L’origine di questa pratica è oscura, le spiegazioni sono frutto di leggende.

    Si racconta che si faceva rumore con i cacharros per spaventare le streghe.

    O anche mentre San Andrea dormiva i bambini legarono delle latte ai suoi vestiti per farlo svegliare. La versione più probabile è che i proprietari delle cantine qualche giorno prima di San Andrea portavano le botti a mare per poterle lavare e metterci il vino.

    Le facevano rotolare lungo il cammino producendo il rumore tipico dei cacharros.

    In alcune scuole gli alunni sono invitati a portare i cacharros e festeggiare.

    Genitori siete avvisati, iniziate a mettere da parte le lattine e spazio alla fantasia.

    di Katia Rossi

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