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    Tenerife, una tra le destinazioni con più hotel per adulti

    Lune di miele, weekend romantici, soggiorni per ritrovare l’intimità perduta, pause per rompere la frenesia quotidiana, sono tutte occasioni per le quali il turista cerca hotel per soli adulti, dove i bambini non siano ammessi.

    Nel mondo sono circa 750 gli hotel per adulti, benché ogni anno appaiano sul mercato nuove strutture o addirittura ve ne siano di tradizionali che si convertono alle nuove formule.

    Esistono anche intere catene per soli adulti, come Barcelò e H10 che possiedono hotel e resort nelle isole Baleari, Canarie e Caraibiche, mete molto gettonate per chi non vuole essere assediato da urla e confusione.

    La formula di base che vi si ripete è pressoché sempre la stessa: assenza di bambini, un centro termale e una SPA, un’ampia offerta gastronomica e di cocktail ma soprattutto molta privacy e relax.

    Il fenomeno, iniziato nelle mete turistiche marine, si è via via ampliato fino alle alte vette di montagna, come in Germania, Inghilterra e incredibilmente in Francia, storicamente un paese molto legato al turismo familiare.

    I motivi per cui si scelgono hotel per adulti non sono strettamente romantici, afferma Mario Gavira il direttore di liligo.com, uno dei portali turistici specializzati, ma talvolta rispondono a esigenze di lavoro, di relax o sono legati alla particolare ubicazione di strutture che sorgono in luoghi difficilmente accessibili soprattutto per i bambini, a causa della lontananza o dei costi necessari per arrivarci.

    Anche se, ammette, la fuga romantica, anche di genitori che lasciano ai nonni i figli, è forse la situazione più ricorrente.

    Del resto nelle catene specializzate come quelle presenti a Tenerife, gli hotel per adulti si presentano come luoghi dove il silenzio e la pace regnano sovrani, dove piccole attenzioni di lusso accompagnano gli ospiti nel quotidiano, che si tratti di un fine settimana o di un più lungo soggiorno, e soprattutto il clima che vi si respira è l’ideale per la coppia.


    di Biancamaria Bianchini

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