More

    Il pericoloso trekking nel Teno continua a preoccupare

    Il fenomeno del trekking pericoloso in zone poco attrezzate con protezioni, addirittura non segnalate o peggio dove vige il divieto, è sempre più allarmante, in particolare nel comune di Buenavista del Norte dove l’Ayuntamiento, durante una delle ultime riunioni di consiglio di amministrazione, ha esortato all’adozione di misure adeguate affinché gli escursionisti e soprattutto tutti coloro che si improvvisano tali, evitino le zone a rischio.

    La moda del senderismo temerario praticato in canali, burroni e condutture idriche abbandonate preoccupa particolarmente il consiglio di direzione del Parque Rural de Teno, dove anfratti e precipizi abbondano ma dove soprattutto è cresciuto esponenzialmente il numero delle persone che li percorrono, grazie anche ai numerosi video presenti su internet.

    Benché molte aree considerate a rischio siano state transennate, sono sempre di più i temerari che vi si avventurano per poi postare foto e video sui social network, richiamando inevitabilmente l’attenzione di altri coraggiosi che intendono cimentarsi in un trekking che non solo è pericoloso ma che richiederebbe un’esperienza dai più non posseduta.

    Si sono formati con il tam tam dei social veri e propri gruppi che, noncuranti dei vari divieti e delle segnalazioni, attraversano gli antichi canali di Masca e El Natero, nonostante nessun operatore specializzato in senderismo estremo ne promuova l’esperienza.

    Compiere questi percorsi, è stato più volte ribadito, è pericoloso e illegale.

    E oltre all’evidente rischio per coloro che infrangono regole e leggi, nel Parque del Teno si sta verificando un nuovo fenomeno che aumenta la preoccupazione delle autorità.

    Il continuo passaggio di persone, avverte il sindaco di Buenavista del Norte Eva García, sta letteralmente creando seri danni ambientali all’ecosistema che rappresenta il naturale habitat delle ultime coppie di falchi pescatori e delle lucertole giganti.

    Quali saranno le misure attuate per reprimere il trekking pericoloso è ancora oggetto di studio, visto che fino ad ora né i segnali, né le recinzioni, né le sanzioni in caso di flagranza hanno avuto successo.


    di Franco Leonardi

    Articoli correlati