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    “Lettera agli Italiani”

    “Lettera agli Italiani”

    Ripropongo questo scritto perché merita di essere letto, sono le prime righe del libro “Lettera agli Italiani” di Marcello Veneziani… c’è di che riflettere…

    “Gli italiani erano una popolazione subeuropea che si estinse per eccesso di furbizia e difetto di natalità. Mangiarono per anni pane e volpe e restarono intossicati dai loro stessi veleni, il malaffare per i regnanti e il malanimo per i sudditi.

    La malafede d’ambedue non bastò come collante del paese.

    Non nascevano più opere né imprese perché tanta era la cresta che finivano i budget prima di partire.

    E non nascevano più figli perché gli italiani si sterilizzarono per amor di sé; praticavano il sesso figurato o con il selfie, copulavano con il tablet, scaricando app oscene e procreando microchip.

    Si fecero trans o single, si accoppiavano con lo stesso sesso o abortivano appena per errore si profilava una creatura.

    Sostituirono i figli con i cani e i gatti, delegavano il lavoro ai droni.


    Usarono il seme per farsi creme di bellezza e i feti per rigenerarsi la pelle.

    Volevano sposarsi solo i preti e le coppie gay, volevano aver figli solo le coppie sterili o le donne anziane.

    Volevano farsi la comunione solo i divorziati. Volevano farsi prete solo le donne.

    Volevano la cittadinanza italiana solo gli immigrati clandestini.

    Dopo le labbra si siliconarono il cervello. Passarono dalla dolce vita alla dolce morte; ma con il dolcificante, perché lo zucchero fa male.

    Al culto preferirono i paraculti, di cui erano maestri.

    Senza prole adottarono volenti e nolenti un nuovo proletariato adulto, i migranti.

    Ai giovani negarono il lavoro ma per garantire l’equità sociale tolsero agli anziani la pensione.

    Appena un italiano veniva sorpreso a lavorare era tartassato e multato fino a dissanguarlo.

    Chiusero le aziende e subentrò la cassa disintegrazione, la Fiat fuit e con gli arabi volò Alì-talia.

    Ai capaci e meritevoli fu decretata l’estradizione, ai migliori fu revocato il permesso di soggiorno.

    L’ultimo sovrano passò i suoi anni di potere a promettere riforme e annunciare svolte.

    Prima di estinguersi, gli italiani organizzarono una memorabile festa d’addio e finirono tumulati in bignè di cremazione pasticcera.”

    È proprio del tutto immaginaria la favola che vi abbiamo raccontato?

    di Mauro Gargaglione

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