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    La cannella aumenta la capacità di apprendimento

    La cannella è una deliziosa spezia ricavata dal Cinnamomum verum, un albero sempreverde originario dello Sri Lanka.

    Il suo utilizzo, noto ormai da diverso tempo, spazia da quello prettamente culinario per insaporire piatti e bevande a quello terapeutico.

    La cannella infatti oltre a possedere potenti proprietà antiossidanti, è un ottimo antibatterico, antispastico e antimicotico.

    Recenti studi hanno rivelato che l’estratto di cannella può addirittura ridurre lo sviluppo dell’Alzheimer, con risultati soddisfacenti ottenuti in laboratorio.

    Ma quello che ancora non si sapeva di questa straordinaria spezia è il suo potere di migliorare la capacità di apprendimento.

    Uno studio condotto da scienziati della Rush University Medical Center di Chicago ha dimostrato che la somministrazione consecutiva di cannella a topi di laboratorio, aumenta la reattività degli stessi nel processo di apprendimento.

    Utilizzando il labirinto Barnes, un labirinto circolare complesso composto da 20 buche, i ricercatori hanno scoperto che i topi ai quali risultava difficile imparare la collocazione delle buche, dopo la somministrazione della cannella miglioravano le loro prestazioni significativamente.

    La cannella stimola direttamente l’ippocampo, la parte del cervello deputata alla memoria, e aumenta i livelli dei recettori responsabili della conduzione di informazioni al cervello.


    Il passo successivo, secondo i ricercatori, sarà di testare direttamente su classi di studenti l’effetto dell’assunzione giornaliera dell’estratto della spezia per verificare se i risultati ottenuti in laboratorio possono essere replicati su soggetti umani.

    Condizione indispensabile per l’ottenimento dei benefici, è la qualità della cannella utilizzata.

    Studiando vari campioni di spezia di diversa provenienza, quella originaria dello Sri Lanka si è rivelata la migliore mentre quella cinese è risultata ricca di cumarina, una molecola epatotossica e quindi dannosa per il fegato.

    Ulteriori ricerche sono in corso di svolgimento riguardo la presunta capacità della spezia di apportare beneficio ai pazienti affetti da morbo di Parkinson.

    (di Ilaria Vitali)

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