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    SPIGOLATURE marzo 2017

    “Fontana”, Marcel Duchamp 1917

    SPIGOLATURE

    di Andrea Maino

    PSICOSUICIDIO

    Osservando tutto quanto ci circonda classifichiamo le cose che vediamo; molte volte diamo un giudizio che poi ci serve come riconoscimento di conferme per le nostre certezze.

    Certamente valutiamo quanto ci appare in maniera soggettiva, alle volte mutando anche il giudizio nel tempo e anche secondo l’ambiente in cui viviamo.

    In altre parole un diamante ha un impatto diverso su un aborigeno che sulla nostra fidanzata. Uno nudo che cammina per strada avrà un giudizio differente se ci troviamo in un tempo Jainista (dove i seguaci vanno in giro generalmente nudi) o sotto casa nostra (dove passa la nostra fidanzata).

    Ci confrontiamo sempre con una sorta di visione “quantistica” dove le opinioni cambiano per l’osservatore e il periodo; e come tali non sono mai determinate e determinanti. Un sasso, una pianta, una persona, un animale, un fenomeno meteorologico, un colore… insomma tutto al mondo è catalogato nella nostra razionalità e nei nostri sentimenti.

    Quando ci suggeriscono che forse il nostro modo di vedere e pensare potrebbe non essere l’unica verità, molte volte non accettiamo questa visione “alternativa”. Dentro di noi sorgono muri che ci relegano dentro stanze dove ci rendiamo (inconsciamente) conto che non vi sono finestre da poter vedere oltre. Se ci ostiniamo a non considerare che si può, ad esempio, vivere bene anche senza aver raggiunto la meta o anche senza la perfezione nel compagno o più poveri del previsto, questo muro si stringe sempre di più sino ad avere l’impressione claustrofobica di essere dentro un pozzo profondo. Alcuni si tolgono anche la vita per questo.


    Ogni giorno invece dobbiamo cercare il fascino in tutti gli aspetti, considerare come un continuo stimolo chi ci è vicino osservandolo con altri occhi, sentendolo rivelatore di eccitanti proposte.

    Duchamp, nel 1917, esponendo un orinatoio come proposta d’arte (readymade) ci ha indicato che nel quotidiano, quasi sempre ritenuto scontato, esiste invece una forma nuova di vedere le cose.

    Almeno così dovrebbe essere.

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