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    MOMENTI OLIMPICI … GLI SPORT INVERNALI

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    di Claudio Palumbo

    MOMENTI OLIMPICI …

    GLI SPORT INVERNALI

    I Giochi Invernali sono la manifestazione olimpica di svariate discipline sportive che si svolgono sulla neve e sul ghiaccio ogni quattro anni. L’introduzione di questi sport fu molto graduale. Dopo la fondazione del CIO l’unico sport invernale ammesso alle Olimpiadi di Atene 1896 fu il pattinaggio sul ghiaccio, chiaramente fuori luogo in un contesto estivo. Gli euforici momenti vissuti in Grecia esaltarono in particolar modo lo svedese Viktor Gustav Balk. Questi propose al Comitato l’organizzazione di una manifestazione dedicata ai soli sport invernali. Al tempo, lo stesso Barone Pierre de Coubertin, la mente delle olimpiadi moderne, considerava le gare su neve e ghiaccio una attrattiva di nicchia e lontane dai principi di universalità che i giochi richiedevano. In effetti i paesi scandinavi erano prossimi a lanciare i primi Giochi Nordici della storia.

    Tuttavia l’idea di insistere con il pattinaggio artistico a mo’ di spezzare le giornate olimpiche continuava a stuzzicare l’immaginazione di de Coubertin. E così a Londra 1908 si misero in gran mostra il russo Nicolai Panin, la coppia tedesca Anna Hubler-Heindrich Burger, la beniamina di casa Magde Syers e lo svedese Ulrich Salchow, inventore dell’omonimo salto e tutt’ora uno dei sei principali della specialità.

    Il secondo inserimento arrivò solo nel 1920 ad Anversa, la prima dopo la Prima Guerra Mondiale. E anche in questa occasione il pubblico e gli organizzatori furono entusiasti di rivedere i campioni del pattinaggio e di cimentarsi con la new entry,  l’hockey su ghiaccio. Disciplina ampiamente dominata dai maestri canadesi che segnarono 29 reti e subendone solo una nella finale contro la Svezia.

    CHAMONIX 1924, LA SVOLTA


    Come prologo delle Olimpiadi di Parigi tra il 25 gennaio e il 5 febbraio fu organizzata la Settimana Internazionale degli Sport Invernali. La prima vera edizione patrocinata dal Comitato Internazionale che però ha visto come grandi assenti i campioni scandinavi, impegnati negli irrinunciabili campionati nordici. Nonostante le accese liti interne al CIO per la concorrenza sleale, i giochi risultarono un enorme successo che vide la partecipazione di 292 atleti, comprese 13 donne. Ben nove discipline in programma: il progenitore del biathlon, eseguito da pattuglie militari, il bob, la combinata nordica, il curling, l’hockey su ghiaccio, il pattinaggio artistico e di velocità, il salto dal trampolino e lo sci di fondo.

    Gli stati nordici, in aperta polemica, si limitarono ad inviare delle rappresentative di secondo livello, nonostante ciò la Norvegia e la Finlandia tornarono a casa conquistando 4 ori ciascuna e un totale complessivo di 28 medaglie. L’Italia è rimasta a secco, solo un sesto posto ottenuto nel bob a quattro.

    In questa prima edizione non sono mancate le emozioni e le imprese impossibili. Due su tutte: la prima, la vittoria del norvegese Thorleif Haug nella gran fondo, una 50km di sci nordico in condizioni climatiche proibitive, -25º di temperatura, senza berretto e con gli sci in legno non sciolinati (mescola di resina ed idrocarburi che si applica sulla soletta per migliore la prestazione). La seconda riguarda lo stesso Haug, che dopo essersi aggiudicato anche la 18km sempre nello sci nordico, si piazza terzo nel salto del trampolino. Ma in realtà era finito quarto, i commissari di gara avevano confuso il cognome di Haug con quello dell’americano Anders Haugen. Relativamente simili ed entrambi di origini norvegesi. A scoprire il disguido degli arbitri è stata la figlia nel 1974, ben cinquant’anni dopo. Non contenta e dispiaciuta per l’accaduto si mise in contatto proprio con Anders Haugen e gli consegnò la meritata medaglia ottenuta nel lontano 1924. Gesto che fa veramente riflettere.

    PROLOGO DELLE OLIMPIADI ESTIVE

    Dal 1924 al 1992 le Olimpiadi Invernali hanno sempre anticipato quelle estive di circa sei mesi. Nel 1986 però, si decide l’ambito cambiamento, cioè lo sfalsamento di date tra giochi estivi ed invernali. Così, dopo l’edizione di Altbertville 1992 in Francia se ne è avuta un’altra distanziata di soli 2 anni a Lillehammer, mentre i giochi estivi hanno proseguito la normale cadenza quadriennale. In questo modo entrambi i Giochi possono avere la meritata attenzione mediatica. Un riscatto non da poco per i sacrificati sport che si svolgono sulla neve e il ghiaccio, da sempre oscurate dallo strapotere delle olimpiadi estive.

    Cortina d’Ampezzo 1956

    I VII Giochi Olimpici invernali della storia si disputarono a Cortina dal 26 gennaio al 5 febbraio. La tenacia del conte Alberto Bonacossa e di sua moglie Maria fu premiata al terzo tentativo. Il CIO finalmente concesse quasi all’unanimità dopo la secca bocciatura ricevuta per i giochi del 1940 e 1944, tra l’altro mai disputati a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

    La prima volta in assoluto per l’Italia come paese organizzatore. A dieci anni dal Referendum del 2 giugno la ricostruzione economica, politica e soprattutto morale del paese andava a pieno ritmo. Certo, i problemi non mancavano, ma c’era spazio per sognare. Fu anche la prima volta per la neonata RAI, impegnata nella copertura dell’evento e della trasmissione di circa cinquanta ore.

    L’Italia conquisterà 1 oro e 2 argenti, entrambe nel bob. 

    Torino 2006

    Cinquant’anni dopo Cortina i Giochi Invernali tornano in Italia e con essa l’arrivo di nuove nazioni che si affacciano per la prima volta, è il caso dell’Albania, il Mozambico, e addirittura l’Etiopia. Vi ricordate la pubblicità della Fiat Doblò? Quella con i giamaicani del bob a quattro! Bene, provate a immaginare gli africani alle prese con una combinata nordica. Sì lo so, a volte le politiche del Comitato Internazionale … bla, bla, bla.

    Tornando alla parte nettamente sportiva, a Torino 2006 si affacciarono anche nuove specialità, tutte all’insegna della spettacolarizzazione che gli sport moderni richiedono. Per esempio si è preferito dare spazio alle partenze di gruppo, anziché le cronometro individuali. Così come è stato inserito con grande esito l’inseguimento a squadre nel pattinaggio di velocità. Il pubblico ha fatto molto egregiamente la sua parte nonostante il dispersivo dislocamento delle sedi.

    Il medagliere dell’Italia si chiude con 5 ori e 6 bronzi. Tutto sommato un buon risultato, anche se il fattore campo forse poteva giocare un ruolo migliore.

    La prossima edizione del 2018 spetta alla Corea del Sud. Un panorama tutto da scoprire.

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