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    Tassa turistica alle Canarie: risorsa vantaggiosa o no?

    pag20_cane-spiaggia.gifTassa turistica alle Canarie: risorsa vantaggiosa o no?

    Avvocato Elena Oldani

    Nasce come una tassa, soprattutto in ambito cittadino, destinata alla promozione ed al miglioramento dei servizi turistici. Generalmente si applica sulla spesa complessiva di viaggio o ai singoli giorni di pernottamento (è il tipo di tassazione più diffusa) sia che si tratti di soggiorno in hotel, ostello, campeggio o appartamento turistico. La percentuale varia in funzione della città o area di applicazione. In Spagna, nonostante il dibattito sui potenziali benefici circa l’adozione di questo tipo di tassazione si riproponga puntuale a livello   amministrativo, ad oggi hanno optato per la sua applicazione solo la Catalogna e le Isole Baleari. L’arcipelago Canario dal canto suo continua ad applicare una tassazione, laddove esistente, sostanzialmente vincolata all’accesso agli spazi naturali o alla prestazione di specifici servizi turistici, quindi di natura differente rispetto alla tassa turistica in questione, anche se nelle ultime legislature non sono mancate iniziative (soprattutto ad opera di Nuevas Canarias e Podemos) per la sua introduzione. Le opinioni circa l’utilità di questa tassazione sono divergenti. I suoi sostenitori evidenziano che la sua applicazione da un lato genererebbe nuovi e considerevoli introiti nelle casse pubbliche, che costituirebbero importanti risorse utilizzabili nella riqualificazione di spazi pubblici vetusti o nel potenziamento di servizi turistici esistenti, nonché nuovi posti di lavoro e, dall’altro, fornirebbe una sorta di filtro ad un turismo sempre più di massa e di bassa qualità, contribuendo ad una maggiore sostenibilità medioambientale. I detrattori invece (per lo più le associazioni alberghiere) evidenziano innanzitutto che ad oggi il 70% del turismo arriva alle Canarie attraverso i tour operator i quali, se costretti ad apportare rincari ai loro pacchetti turistici, potrebbero decidere di dirottare la clientela verso mete meno care e meno distanti. Evidenziano anche che il settore turistico canario, che già ha sofferto il rincaro dell’IGIC (passato già da alcuni anni dal 5 al 7%), non è paragonabile alle grandi città europee dove questa tassa è stata introdotta con successo: nel caso delle grandi capitali, infatti, si tratterebbe di un costo che i turisti si accollerebbero più volentieri in virtù del fatto che ciascuna di queste città offre un “ambiente” del tutto peculiare (dai monumenti agli edifici storici, dai musei alle chiese) non riproducibile altrove; al contrario la tipologia di vacanza che offrono le Canarie non è un’esclusiva dell’arcipelago, bensì  un’alternativa a molti altri luoghi di villeggiatura con caratteristiche simili; a tal proposito rammentano le ripercussioni negative sul flusso turistico in seguito all’introduzione di questo tipo di tassa alle Baleari. Sottolineano infine come l’incremento consistente di turisti degli ultimi anni dipenda in gran parte da fattori aleatori, come gli squilibri socio-politici che hanno reso il medio oriente un’area pericolosa, e perciò non duraturi sul lungo periodo: un eventuale decremento del turismo provocato da questa tassa ora “assorbibile”  dall’economia delle isole senza troppe ripercussioni, grazie al flusso abbondante di visitatori, potrebbe non esserlo più in pochi mesi. All’introduzione di questa tassa nell’arcipelago Canario, già avanzata senza successo nelle passate legislature e attualmente riproposta da Nuevas Canarias e Podemos, continuano ad opporsi CC, PSOE e PP. L’attuale presidente del Governo Autonomico Canario, Fernando Clavijo, ha recentemente affermato  che l’amministrazione in carica non procederà all’applicazione di questa nuova forma di tassazione a livello regionale, lasciando però margine di manovra al Cabildo di ciascuna isola sulla sua eventuale introduzione a livello locale. Una posizione quella di Clavijo che ha l’evidente intento di scaricare la “patata bollente” in mano altrui.
    I Cabildo che hanno già preso posizione sull’argomento sono quello della Gomera e quello di Tenerife che, al momento,  ritengono una specifica tassa turistica non necessaria ed inadeguata. Vedremo se i Cabildo delle altre isole la penseranno allo stesso modo.

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