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    Prodotti tossici bancari (2a parte) “Clausole suelo”

    Le-bancheProdotti tossici bancari (2a parte)

    “Clausole suelo”

    di Optimus Abogados

    Una formula per garantire alle banche di guadagnare più soldi. Nell’articolo del mese scorso abbiamo affermato, senza tema di smentita, che le entità bancarie non sono più quelle di una volta, ma che ormai cercano sempre il modo di guadagnare il più possibile in tutte le transazioni che realizzano con i loro clienti.

    Premesso questo, in una delle operazioni più diffuse e tradizionali delle banche, l’accensione di mutui ipotecari per finanziare l’acquisto di abitazioni, si sono inventate una formula per garantirsi di guadagnare più soldi a dispetto di possibili fluttuazioni del prezzo del denaro, in questo caso del tasso Euribor.

    Così sono nate le famigerate “cláusulas suelos” con cui, pur conoscendo perfettamente il calo dell’Euribor in prospettiva, le entità bancarie hanno introdotto, con assoluta slealtà nei confronti dei clienti, oltretutto normalmente in maniera nascosta all’interno delle scritture di costituzione dell’ipoteca, le famigerate “cláusulas suelo” che consistono nello stabilire un limite minimo alle variazioni dell’interesse, cioè, la banca fissa un interesse variabile legato all’Euribor, però se questo, come in realtà è capitato, scende, la banca si garantisce che comunque l’interesse non potrà essere inferiore a una determinata percentuale, normalmente il 3% oltre l’Euribor, anche se poi in molte occasioni sono arrivati a stabilire anche il 5% sopra l’Euribor!

    A volte, per far credere al cliente che era una clausola che lo proteggeva, le banche sono arrivate a stabilire quelle che sono chiamate “clausole tetto”, per cui nel caso di salita dell’Euribor, veniva stabilito un limite massimo. Quello che è poi successo in realtà è che questo tetto veniva fissato normalmente a un livello a cui l’Euribor non sarebbe mai arrivato. Nella maggioranza dei casi veniva stabilito un 12%!

    L’intervento dei tribunali


    Dopo la presentazione di moltissime richieste dei cittadini coinvolti, tanto collettive da parte di associazioni dei consumatori quanto poste in maniera individuale, il Tribunal Supremo, in data 9 maggio 2013, ha emesso una Sentenza che dichiarava nulle tutte le “cláusulas suelos” che non rispettavano dei determinati criteri di trasparenza, incluso anche quei casi in cui il cliente avesse potuto beneficiare per un certo periodo dei ribassi del tante volte summenzionato Euribor, e questo perché l’Alto Tribunale ha voluto significare che i clienti coinvolti sono stati troppo spesso indotti a firmare le loro rispettive pratiche di mutuo senza essere stati informati dell’esistenza di questa clausola, né tantomeno delle conseguenze economiche della sua applicazione.

    Le conseguenze della dichiarazione di nullità della “cláusula suelo” sono che l’entità bancaria dovrà ricalcolare le quote delle rate come se questo limite non fosse esistito, e questo, secondo la sentenza del Tribunale, deve avere effetto dal maggio 2013. Quindi la banca dovrebbe solo restituire i soldi che, come conseguenza dell’applicazione della ”cláusula suelo”, ha incassato in più da questa data e non dall’inizio del contratto di mutuo ipotecario.

    Tuttavia, l’applicazione della giurisprudenza del tribunale di giustizia dell’Unione Europea può variare sostanzialmente la situazione, visto che stabilisce che la nullità della “cláusula suelo” deve comportare la restituzione degli incassi indebiti a partire dalla firma del contratto e non con la limitazione stabilita dal Tribunal Supremo spagnolo a maggio 2013.

    Infatti, alcuni giudici hanno omesso di applicare la sentenza del nostro Tribunale Supremo e hanno condannato le entità bancarie a restituire tutte i quattrini incassati in più dall’inizio del rapporto contrattuale.

    Attualmente però, anche se alcune entità bancarie hanno deciso di dichiarare nulle le ”cláusulas suelo” stabilite senza bisogno di accedere ai tribunali, ce ne sono molte altre che resistono, e lo faranno solo se un giudice le obbliga. In questo caso sarà ovviamente necessario portare la Banca in Tribunale.

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