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    La lotta delle energie rinnovabili e i due parchi eolici nel sud-est di Tenerife

    I progetti El Pilón I e El Pilón II, nei comuni di Güímar e Fasnia, hanno suscitato una forte opposizione sociale e politica, allarmata dal danno alle aree protette.

    Il progetto è di costruire due parchi eolici a Fasnia e Güímar —El Pilón I e El Pilón II— con un investimento complessivo di 22,3 milioni di euro. 

    Sebbene la società promotrice, Disa, assicuri il rispetto di tutte le norme legali e ambientali, le relazioni tecniche e le osservazioni sia istituzionali che dei cittadini denunciano gravi impatti ecologici, patrimoniali e sociali.

    Con 24 torri e un cablaggio misto, aereo e sotterraneo, questa iniziativa rinnovabile attraverserebbe 181 appezzamenti, zone residenziali, il Barranco de Herques e, secondo diversi rapporti tecnici, aree protette come la Riserva Naturale della Valle di Güímar.

    Il conflitto non riguarda solo le posizioni sullo sviluppo sostenibile, ma anche il modo in cui vengono prese le decisioni energetiche sull’isola e, in generale, nelle Canarie. 

    L’uso del vento nella regione sud-orientale di Tenerife è oggetto di conflitto.

    I primi a pronunciarsi sono stati i governi locali di Güímar e Fasnia, che hanno formalmente manifestato il loro profondo rifiuto. 

    Il consiglio comunale, all’unanimità, con il sindaco di Fasnia in testa, ha presentato delle osservazioni, entrambe in fase di consultazione pubblica.


    In dichiarazioni avverte del grave impatto ambientale che avrebbe il tracciato dei cavi elettrici sul Barranco de Herques, un monumento naturale incluso nella Rete Natura 2000. 

    Secondo il consigliere, il promotore “non ha presentato lo studio obbligatorio delle alternative”, obbligatorio in questi casi, il che costituisce, a suo avviso, “una violazione della normativa”.

    Le quattro pale progettate a Fasnia sarebbero a meno di 400 metri dalle abitazioni, dall’Hotel Rural Las Casas del Camino Real e molto vicini a strutture pubbliche come una scuola, un centro sanitario e un centro socio-sanitario.

    Ciò comporta “problemi di morte degli uccelli, rumore, ombre e un enorme impatto paesaggistico”. 

    Inoltre, viene criticata la “mancanza di precisione” dello Studio di Impatto Ambientale, che non chiarisce quale modello di aerogeneratore verrà utilizzato, con altezze che possono variare tra i 90 e oltre i 160 metri, il che altera drasticamente l’impatto acustico e visivo.

    “Lo studio suggerisce in modo piuttosto grossolano che Fasnia è già abituata agli aerogeneratori, come se questo giustificasse qualsiasi nuova installazione”.

    A Güímar, l’amministrazione comunale ha approvato mozioni contro El Pilón II. 

    Il sindaco sottolinea che “abbiamo presentato 82 ricorsi formali contro i fascicoli ER225926 e ER230043 contro il progetto sulla base dell’impatto ambientale, sociale ed economico”, poiché, come sottolineano i tecnici incaricati dall’esecutivo locale, “è possibile generare energia rinnovabile senza sacrificare l’ambiente di Güímar e il suo patrimonio”.

    Un altro dei punti più controversi del progetto è la delimitazione delle aree naturali protette. 

    Nel caso del cablaggio previsto, i tracciati indicano che potrebbe toccare da vicino i confini della Riserva Naturale della Valle di Güímar.

    Tuttavia i tecnici comunali hanno indizi che “parte dell’infrastruttura potrebbe addirittura addentrarsi all’interno dello spazio protetto”, il che aggraverebbe ulteriormente il suo impatto ambientale.

    L’opposizione sociale si è concretizzata nella Piattaforma Ecomarca per la Difesa e la Protezione del Sud-Est di Tenerife.

    In sostanza, questa associazione non si oppone alle energie rinnovabili in sé, ma alla loro implementazione senza una pianificazione partecipativa.

    “L’ubicazione prevista degli aerogeneratori, a meno di un chilometro dalle zone residenziali, costituisce una minaccia diretta per la qualità della vita”.

    La piattaforma ha raccolto numerose segnalazioni dei cittadini, mettendo in guardia da un grave impatto ambientale: oltre 35 barrancos e canali da irrigazione sarebbero interessati e il volume di terra smossa supererebbe i 240.000 metri cubi, alterando gravemente il paesaggio e gli ecosistemi locali.

    “Siamo particolarmente preoccupati per l’indice di potenziale eolico della zona, che è solo medio. 

    La normativa sulla transizione energetica non dà priorità a questo tipo di enclavi per nuovi impianti”, sottolinea l’organizzazione.

    Sarebbe più vantaggioso rinnovare la rete eolica esistente sull’isola, piuttosto che espanderla con nuovi parchi come quello progettato su Gúímar e Fasnia.

    Le argomentazioni non si basano solo sulle percezioni dei residenti. 

    Tra la documentazione tecnica inviata dal Comune di Güímar figurano relazioni sfavorevoli del Dipartimento dell’Agricoltura, dell’Università di La Laguna (ULL) e dell’ufficio urbanistico del Comune stesso. 

    Il Dipartimento di Edafologia dell’ULL mette in guardia dal “grave impatto sul sito paleontologico Bandas del Sur”.

    Si mette inoltre in guardia sul patrimonio archeologico del Monumento Naturale del Barranco de Herques e dell’Area Protetta del Malpaís de Güímar. 

    Per quanto riguarda lo Studio di Impatto Ambientale (SIA), vengono segnalate carenze quali la mancanza di un’analisi alternativa dei tracciati, omissioni relative all’impatto visivo, acustico o luminoso e uno scarso riferimento alla Rete Natura 2000.

    Uno dei sospetti più ricorrenti tra tutti gli oppositori del progetto è che il tracciato energetico proposto, in particolare la linea privata di 14 km che attraverserebbe zone protette, potrebbe servire da base per futuri ampliamenti, data la sua grande portata. 

    “Questo progetto chiarisce l’intenzione di facilitare l’installazione di ulteriori aerogeneratori in futuro, anche se ora non se ne fa menzione”, sottolinea Luis Javier.

    Un altro gruppo che ha alzato la voce è Drago Canarias, che nonostante la sua assenza dalla politica della regione meridionale, ha dato un forte impulso alle proteste contro questo progetto. 

    “Sì alle energie rinnovabili, ma no alla loro imposizione in zone fragili”.

    Secondo molti degli attori coinvolti, il vero dibattito non è ”rinnovabili sì o no?”, ma come, dove, per chi e con quali conseguenze. 

    La battaglia per El Pilón I e El Pilón II non riguarda solo gli aerogeneratori o le torri: incarna un conflitto di più ampia portata sul territorio, che ultimamente è al centro del dibattito politico e sociale. 

    Questo rifiuto accentua l’irreversibilità delle decisioni e del modello energetico che si vuole costruire per le Canarie.

    Ormai ci sono pale eoliche ovunque sui territori che erano selvaggi e naturali fino a pochi anni fa.

    Franco Leonardi

     

     

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