
Le tradizioni e la storia delle popolazioni aborigene sono ancora presenti in alcune tradizioni dell’arcipelago. Otto isole e 88 comuni.
Una distribuzione che porta le Canarie ad avere un’infinità di feste, tradizioni ed eventi.
Non si tratta solo dei nomi con cui ancora oggi vengono “battezzati” i bambini e le bambine, o anche di alcuni termini aborigeni che stanno prendendo piede nel simbolismo canario.
Ci sono anche attività come il “salto del pastor” o il “silbo gomero” che sono ancora vive oggi.
Ma ci sono anche feste, tanto curiose quanto popolari, le cui origini risalgono alla cultura aborigena e che nel corso degli anni si sono trasformate in tradizioni di svago che hanno sempre più seguaci ogni anno.

Croci di Los Realejos
È una delle tradizioni più famose di Tenerife, soprattutto grazie ai suoi spettacolari fuochi d’artificio.
Sebbene i Guanci di Los Realejos non decorassero croci e non disponessero di fuochi d’artificio, l’origine di questa tradizione risale all’epoca della conquista dell’isola.
La città era già divisa in due nuclei, Realejo Alto, dove si accamparono i soldati castigliani, e Realejo Bajo, dove vivevano i guanci.
La situazione rimase invariata durante i due anni di battaglie, fino alla resa locale e all’incorporazione di Tenerife alla Corona di Castiglia, e poco dopo il 3 maggio fu istituito il Giorno della Croce.
A Los Realejos, le differenze tra i centri abitati continuarono e durante le feste iniziarono a competere per presentare i migliori decorazioni.
Questo andò avanti fino al XVIII secolo, quando la rivalità portò i vicini a lanciare decine di voladores e razzi, che alla fine è il germe degli odierni spettacoli pirotecnici.
Bina Bianchini