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    Alla scoperta di Puerto de la Cruz, le ineguagliabili aree verdi – quinta parte

    Foto di Cristiano Collina

    Impossibile parlare di Puerto de la Cruz senza nominare le ineguagliabili aree verdi che rappresentano non solo un polmone verde d’eccellenza ma che sono senza ombra di dubbio una delle principali attrazioni per i turisti di tutta l’isola.

    Una delle aree verdi diventato punto di riferimento mondiale per vari aspetti legati alla natura, è il Loro Parque, inaugurato nel 1972 e così chiamato in onore ai pappagalli che, oggi, sono presenti in 300 specie e che fanno del parco la migliore collezione al mondo di questi incredibili volatili.

    I vari programmi di conservazione e allevamento dei pappagalli, inclusi quelli ad elevato rischio di estinzione, sono possibili grazie alla Fundación Loro Parque.

    Ma non vi sono solo i pappagalli a intrattenere le visite dei turisti, bensì anche i simpatici pinguini nell’area Planeta de los Pingūinos, dove è stato ricreato un ecosistema antartico che imita alla perfezione il naturale habitat di questi uccelli.

    Molto gradito è il Dolphinarium, considerato il più grande d’Europa e dove si possono osservare tutte le evoluzioni di questi cetacei, unitamente allo spettacolo del leone marino e alla visita del tunnel subacqueo di quasi 20 metri di lunghezza dove nuotano gli squali.

    Un’altra delle aree verdi di Puerto di maggior successo e che storicamente ha rappresentato una delle attrazioni più famose in Europa, è il Jardín Botánico, chiamato alla sua inaugurazione come Jardin de Aclimatación de la Orotava, essendo la zona su cui è sorto appartenente nel passato al comune di La Orotava.

    Nato su un Real Orden di Carlos III del 1788 con l’intento di coltivare specie tropicali, è stato affidato a Don Alonso de Nava y Grimón, sesto marchese di Villanueva del Prado, affinché non solo identificasse i migliori terreni adatti allo scopo, ma soprattutto perché reperisse semi e piantagioni provenienti dai continenti americani e africani.

    La prima spedizione di semi esotici giunta sull’isola venne impiegata a Santa Úrsula, La Laguna, La Orotava e il suo porto.


    Osservando le condizioni climatiche e meteorologiche dei vari terreni, si decise per la zona di La Orotava, a El Durazno, ora sotto il comune di Puerto, dove nel 1792 iniziarono le coltivazioni di specie provenienti da ogni parte del mondo.

    Poiché lo Stato non investì più alcuna somma di denaro per quanto precedentemente preventivato, tutte le spese della nascita e della crescita del Jardín de Aclimatación furono a carico del marchese fino alla sua morte, avvenuta nel 1832.

    Da quel momento in poi il giardino fu nelle mani di vari organismi fino a che nel 1983 se ne trasferì il carico alla Comunidad Autonóma de Canarias, dove figurò come centro di indagine tecnologica agraria del dipartimento di agricoltura e alimentazione.

    All’interno dell’attuale Jardín Botánico, vera e propria istituzione scientifica, si trovano oltre 4.000 specie vegetali, importanti collezioni di piante tropicali e sub tropicali di elevato valore economico ed ornamentale, varietà inestimabili di orchidee, una consistente varietà di palme, bromeliacee e alberi di particolare interesse e bellezza per la loro grande dimensione, età, come i draghi millenari, rarità o origine da luoghi remoti.

    Uno degli obiettivi scientifici del giardino è di continuare a scambiare germoplasma a livello internazionale e mantenere un erbario dedicato esclusivamente alla flora canaria costituita da più di 30mila varietà, al fine di preservare le specie endemiche.

    Negli ultimi decenni le strutture del giardino sono state ristrutturate e modernizzate con la previsione di portare a 60mila metri quadrati le aree verdi, attualmente pari a 20mila metri quadrati di estensione.

    Ilaria Vitali

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