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    Alle origini della truffa (1a parte)

    road-sign-464641_640Alle origini della truffa (1a parte)

    di Optimus Abogados

    Insita nell’animo umano come bramosia di avere ciò che non si ha senza troppo sforzo, la truffa è una situazione molto più comune di quanto si possa immaginare.

    E paradossalmente dietro quel desiderio di non compiere troppo sforzo per ottenere ciò che altri hanno costruito, esistono un impegno e una ricerca minuziosa per fare della truffa un meccanismo perfetto.

    La truffa della piramide, del nazareno, dei falsi ispettori o installatori, dei venditori di riviste ufficiali (false), di fantomatici ereditieri nigeriani che chiedono aiuto per far transitare ingenti somme di denaro fino ad arrivare alle diffuse truffe on line, la gamma delle frodi è molto vasta.

    Alla base di tutte c’è l’inganno, perpetrato attraverso l’instaurare un rapporto di fiducia con il malcapitato così che, facilmente convinto e spesso rassicurato, ceda al truffatore.

    Un truffatore generalmente non utilizza la violenza ma si fa forte di particolari abilità di convincimento e manipolazione che generano una situazione dalla quale la vittima difficilmente esce indenne.

    Un esempio calzante è l’italiano all’estero, dove si è stabilito alla ricerca di fortuna e dove tesse ragnatele invitanti per compatrioti che, in procinto di cambiare vita, accettano con entusiasmo i suoi consigli e i suoi servizi, spesso presentati con affabile amicizia e condivisione di situazioni.


    Io ci sono già passato, so io come aiutarti…”.

    Sfruttando la fiducia che si instaura tra connazionali in terra straniera, il truffatore-tipo spesso ostenta notevole successo imprenditoriale e grande disponibilità economica, allettando la vittima con business molto vantaggiosi e sicuri, come ad esempio la telefonia.

    I prodotti, di importazione e quindi non facilmente reperibili in loco, vengono pagati anticipatamente dallo sprovveduto che mai ne entrerà in possesso ma soprattutto che difficilmente segnalerà la truffa che ha subito per vergogna o per paura di denunciare atti criminali in un paese che non è il proprio.

    Tenerife è uno di quei luoghi dove le truffe avvengono frequentemente, spesso dietro la richiesta di ingenti somme di denaro per poter avviare un business presentato come redditizio; alla vittima viene chiesto quindi un prestito con la promessa della restituzione del denaro non appena fantomatiche risorse economiche arrivino dall’Italia, cosa che mai avverrà.

    Denunciare un comportamento di questo tipo talvolta si rivela un percorso difficoltoso e non risolutivo e che riguardano, nella maggior parte dei casi, truffatori insolventi e quindi non in grado di restituire la somma sottratta con l’inganno.

    La truffa è considerata dal codice penale all’art.248, un crimine di frode ma è chiaro che deve essere dimostrato un collegamento tra vittima e truffatore; vi sono casi in cui, anche in caso di denuncia e di dimostrato collegamento, la truffa prosegue anche di fronte al Tribunal Supremo dove il truffatore tenterà di far rientrare il proprio caso in materia civile e non penale, simulando un fallimento della propria attività.

    Una vera e propria evoluzione della truffa che lascia la vittima a bocca asciutta.

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