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    Tra fede e finzione: come nasce e vive il mito delle Canarie

    C’è un mantra che da anni gira alle Canarie, soprattutto tra gli italiani: “qui si vive meglio che in Italia”.

    Una frase che sembra scolpita nella pietra e che, nonostante dati, fatti e testimonianze, continua a trovare eco e ad autoalimentarsi, come se fosse una verità assoluta.

    È un mito potente, supportato dai media, dai social e dai racconti di chi ha deciso di trasferirsi, e che si tramanda di bocca in bocca alimentando aspettative spesso irrealistiche.

    Ma quanto c’è di vero in questa narrazione e quanto invece è frutto di suggestione collettiva?

    La cartolina

    Le Canarie vengono vendute come un paradiso a portata di mano.

    I media italiani e internazionali hanno contribuito a dipingerle come un rifugio sicuro, un eldorado moderno dove il sole splende tutto l’anno e la vita appare più leggera.

    Molti raccontano che trasferirsi qui sia una scelta senza grandi ostacoli:

    • Il lavoro soprattutto nella ristorazione sembra sempre facile e disponibile, ma spesso si traduce in stipendi bassi e turni lunghi, con condizioni che non riflettono affatto l’immagine dorata proposta dalle cartoline pubblicitarie.
    • Il clima è considerato uno dei migliori del mondo, capace di garantire salute e benessere. La percezione, però, varia molto a seconda del luogo in cui si vive: lungo le coste il clima mite ricorda davvero l’eterna primavera, mentre negli entroterra e nelle zone montane le condizioni possono essere ben diverse, con freddo marcato d’inverno e calore secco d’estate. Lo confermano anche i dati climatici ufficiali: l’Instituto Geográfico Nacional e l’Agenzia Meteorologica Statale (AEMET) segnalano che nelle zone di alta quota come il Teide a Tenerife o la Cumbre di Gran Canaria le temperature invernali possono scendere fino a zero con occasionali nevicate, mentre d’estate l’interno può registrare ondate di calore ben superiori ai 35°C.
    • La gente è percepita come accogliente, con una società inclusiva che accetta facilmente chi arriva. Tuttavia, entrare davvero nei loro circoli di amicizia non è semplice, soprattutto per gli italiani pensionati che spesso non parlano spagnolo e finiscono per restare ghettizzati, alla faccia della tanto decantata integrazione.
    • I costi, rispetto all’Italia, sarebbero più bassi: bollette ridotte e, in alcuni casi, una vita quotidiana meno cara. Tuttavia, questa affermazione risulta poco aderente alla realtà, soprattutto sul fronte dell’alimentazione, che negli ultimi anni è diventata sensibilmente più costosa e non così economica come si racconta. A ciò si aggiunge il peso degli affitti, ormai fuori controllo, che rende queste convinzioni quantomeno illusorie.
    • Alcuni arrivano a dire di “vivere da Dio”, senza sentire la mancanza di nulla. Peccato che raramente aggiungano un dettaglio fondamentale: quanto guadagnano, in quali condizioni lavorano, quali sacrifici quotidiani sostengono per mantenere quell’apparente benessere, oppure se dispongono di entrate elevate di cui si guardano bene dal parlare.

    È l’immagine di una vita idilliaca, senza problemi, costruita su una patina luccicante che però si sgretola non appena si osserva più da vicino.


    Il pompaggio mediatico non si ferma alle Canarie

    Non è solo l’arcipelago a godere di questa narrazione zuccherata.

    Anche la Spagna, nel suo insieme, viene presentata in Italia come la destinazione perfetta: welfare efficiente, inclusività sociale garantita, stipendi più alti rispetto all’Italia, il sole, la playa e la movida.

    Una parte di questi argomenti ha un fondo di verità.

    Molti altri sono però semplicemente falsi, o quantomeno estremamente distorti.

    Basta avere la voglia di verificare i dati reali per rendersi conto che il mito vacilla.

    Eppure, oggi, nonostante l’accesso a uno strumento potentissimo come Internet, le masse lo usano in maniera primitiva, accontentandosi di slogan e immagini patinate e guardandosi bene dall’affrontare la realtà, comportandosi come dei vigliacchi pusillanimi da tastiera.

    Il lato oscuro della cartolina

    Dietro la facciata, però, si nasconde una realtà ben diversa, molto meno brillante di quella che viene pubblicizzata. Chi osa raccontarla viene spesso accusato di pessimismo o di voler denigrare le Canarie, come se mettere in discussione la narrazione fosse un atto di tradimento.

    Eppure i numeri e i fatti riportati dalla stampa locale e nazionale, così come dalle televisioni e dalle istituzioni spagnole ed europee, parlano chiaro per capire che non è oro tutto quello che luccica.

    Non serve addentrarsi troppo nei dettagli, anche perché questi argomenti sono già stati denunciati più volte.

    Resta comunque fondamentale ricordare con chiarezza l’altra faccia della medaglia, spesso ignorata o taciuta.

    I punti critici principali sono: il costo della vita che è aumentato considerevolmente, i servizi sociali che sono sotto pressione, l’immigrazione clandestina che continua ad arrivare sulle coste, il mercato immobiliare fuori controllo, la criminalità in aumento con povertà e disoccupazione che restano elevate.

    Infine, stipendi ben al di sotto della media europea.

    Una realtà stridente con l’immagine di “vita facile e felice” venduta a chi sogna il trasferimento.

    Il mito più forte della realtà

    E qui arriva il nodo che non si riesce a sciogliere: molti italiani, quando si confrontano con dati verificabili e documentati, rifiutano di accettare la realtà, mettendo idealmente la testa sotto la sabbia e continuando a rispondere con frasi banali: “meglio che in Italia”, “almeno qui c’è il sole e non fa freddo”, “non mi manca nulla”.

    Due elementi emergono chiaramente:

    Il bombardamento mediatico e social ha funzionato e continua a funzionare alla perfezione, condizionando l’immaginario collettivo e impedendo un’analisi critica dei dati reali.

    Rifiutare l’evidenza: infatti per molti, ammettere implicitamente un fallimento personale e riconoscere che le aspettative iniziali non sono aderenti alla realtà, è qualcosa di totalmente inaccettabile.

    Di conseguenza, l’illusione che li ha spinti a partire si scioglierebbe come neve al sole, lasciando spazio a frustrazione e delusione.

    La debolezza umana davanti al sogno

    Il mito delle Canarie – e più in generale della Spagna – è quindi più resistente della realtà.

    È la dimostrazione di come l’essere umano preferisca aggrapparsi a un sogno rassicurante piuttosto che affrontare il peso della verità.

    Da questo punto di vista, va riconosciuto il lavoro eccezionale svolto dai mezzi di comunicazione, dalle istituzioni e da tutto l’apparato promozionale per convincere con quasi una fede incrollabile che questo arcipelago rappresenti il meglio del meglio.

    Le Canarie e la Spagna restano paradisi?

    Forse sì, per chi guarda solo la cartolina.

    Ma basta girarla per scoprire che dietro quella patina luccicante si nasconde una realtà fatta di contraddizioni, precarietà e disillusioni.

    Allo stesso tempo, proprio la consapevolezza di questi limiti può offrire un punto di partenza: chi arriva con occhi aperti e spirito critico può ancora trovare opportunità autentiche, a patto di non cadere nella trappola dell’illusione facile.

    Di Italiano alle Canarie

     

     

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