Una sfida tra interessi strategici e partecipazione territoriale
L’Unione Europea punta a ridurre la propria dipendenza dalla Cina per l’approvvigionamento delle cosiddette “terre rare”, risorse fondamentali per sostenere settori chiave come l’industria automobilistica e delle telecomunicazioni.
In quest’ottica, Bruxelles ha esortato gli Stati membri a intensificare la ricerca di potenziali giacimenti di materie prime strategiche in tutto il territorio dell’Unione, tenendo conto anche delle opportunità presenti nelle regioni ultraperiferiche come le Isole Canarie.
Se i sondaggi geologici attualmente in corso dovessero confermare la presenza di risorse significative, l’arcipelago potrebbe aggiungere la funzione di “base mineraria” a quelle già consolidate di polo turistico e centro per la gestione migratoria.
Una prospettiva che riapre il dibattito sul bilanciamento tra priorità economiche e capacità decisionale delle regioni periferiche.
Una storia che si ripete
In questo scenario, le dinamiche istituzionali potrebbero non bastare a frenare le spinte verso lo sfruttamento delle risorse, qualora le Canarie si rivelassero strategiche.
In passato, decisioni rilevanti per l’arcipelago sono state guidate da logiche sovranazionali.
Resta da capire se, questa volta, le istanze territoriali riusciranno a incidere maggiormente nel processo decisionale.
Un’autonomia da consolidare
L’autonomia delle Canarie è il risultato di un lungo percorso istituzionale, consolidatosi con l’approvazione dello Statuto nel 1982 e aggiornato più volte.
Tuttavia, mantiene ancora alcuni limiti strutturali, soprattutto nella partecipazione a decisioni strategiche prese a livello statale o europeo.
Lo Statuto non è stato sottoposto a referendum diretto, seguendo un iter parlamentare analogo a quello di molte altre Comunità Autonome.
Il modello economico adottato ha privilegiato il turismo e ridimensionato altri settori produttivi locali, accentuando la dipendenza e la vulnerabilità del tessuto economico.
Tra passato e nuove prospettive
È lecito chiedersi se con l’eventuale avvio di attività estrattive si replicheranno meccanismi già osservati in passato.
Le esplorazioni petrolifere condotte da Repsol al largo delle coste canarie, ad esempio, furono abbandonate non in seguito a un rifiuto popolare, ma per motivazioni tecniche ed economiche legate alla scarsa redditività del giacimento.
In parallelo, il settore primario ha progressivamente perso rilevanza nell’economia dell’arcipelago, contribuendo a una crescente dipendenza dalle importazioni alimentari e dalla distribuzione esterna.
Questo rafforza la necessità di pianificare con attenzione ogni nuovo progetto strategico, tenendo conto sia della sostenibilità ambientale sia del rafforzamento dell’autosufficienza locale.
Il ruolo dei grandi decisori
Nel contesto europeo, i principali orientamenti economici sono spesso influenzati dai maggiori Stati membri.
Se le terre rare delle Canarie risultassero strategiche, è probabile che emergano pressioni politiche ed economiche.
In questo quadro, sarà essenziale che le istituzioni locali siano coinvolte attivamente, affinché possano rappresentare gli interessi del territorio.
Una questione anche politica
Limitare il dibattito al solo impatto ambientale rischia di essere riduttivo.
Si tratta piuttosto di un’occasione per riflettere sul ruolo delle regioni ultraperiferiche nei processi decisionali.
Rafforzare il dialogo istituzionale e favorire la partecipazione civica può contribuire a rendere le scelte più condivise e sostenibili.
Giustizia territoriale e partecipazione
Il confronto dovrebbe includere il principio della giustizia territoriale, cruciale per bilanciare sviluppo economico, coesione sociale e tutela ambientale.
Le sfide future richiedono strumenti di partecipazione democratica più efficaci, valorizzazione delle competenze locali e proposte credibili per una crescita equilibrata.
Guardare avanti con consapevolezza
Le Canarie si trovano oggi di fronte a una possibile svolta.
Se venisse confermata la presenza di risorse di terre rare nel sottosuolo dell’arcipelago, ciò aprirebbe a nuove prospettive economiche di rilievo strategico.
L’interesse europeo verso queste materie prime potrebbe trasformarsi in un’opportunità concreta per diversificare l’economia locale e rafforzare il ruolo delle Canarie nello scenario europeo.
Tuttavia, perché questa possibilità diventi un’opportunità reale e sostenibile, è necessario affrontarla con consapevolezza e responsabilità, colmando finalmente quel divario di visione e concretezza che ha finora limitato il pieno sviluppo delle potenzialità dell’arcipelago.
Di Italiano alle Canarie