Il Porto di Los Cristianos.
Proposta di ampliamento del porto di Los Cristianos.
Non ci sono argomenti a favore dell’AMPLIAMENTO DEL PORTO DI LOS CRISTIANOS, “né di sostenibilità, né tecnico, né economico” che giustifichino questo ampliamento.
Al contrario, genererà un impatto negativo sulla società di Los Cristianos e un danno ambientale irreversibile nella sua baia e nelle sue spiagge.
La realtà è ostinata, e queste sono le verità inconfutabili:
1. Problema regionale, non locale: il porto si trova in una zona protetta (ZEC e santuario dei cetacei), e la sua saturazione colpisce l’intera regione. Di fronte al collasso strutturale di Los Cristianos, sono necessarie soluzioni immediate e urgenti in materia di mobilità, come il miglioramento delle rotonde e dei sistemi stradali.
2. Operatività insostenibile: con più di 23 traghetti in 8 ore, il porto è già incompatibile con altre attività marittime.
3. Impatto ambientale critico: le rotte da/verso Los Cristianos attraversano aree protette (ZEC, Rete Natura 2000 e corridoio dei cetacei), aumentando di 55.000 miglia nautiche all’anno (equivalenti a 2,6 giri del mondo).
Ciò aumenta il consumo di combustibili fossili, l’impronta di carbonio (e dove lo mettiamo il Green deal?) e il rischio di impatto, soprattutto acustico, per i cetacei.
4. Saturazione confermata: secondo l’Autorità Portuale, il porto non copre l’attuale domanda di transito verso La Gomera, El Hierro e La Palma.
5. Rischio per la sicurezza: la concentrazione di persone in periodi come la Settimana Santa o l’estate trasforma la zona in una “trappola per topi” senza un accesso efficiente per le emergenze.
Inoltre, le navi traghetto sono più larghe e grandi dei moli di attracco, il che aumenta il pericolo in caso di mare mosso o venti da SW.
6. Invasione di aree protette: l’ampliamento occuperebbe e invaderebbe più di 200.000 m² di zone ZEC e della rete Natura 2000, distruggendo completamente gli habitat marini.
7. Cattiva pianificazione storica: il porto, incastonato in una zona densamente popolata, manca di accessi diretti. Negli anni ’90, Fonsalía è stata proposta come alternativa praticabile (con studi tecnici e finanziamenti pubblici), ma è stata scartata nel 2020 a causa delle pressioni politiche e dei media.
Investimenti stradali effettuati a Fonsalía: TF-43, collegamenti e rotonde già costruiti per distribuire il traffico tra il versante nord (anello insulare) e quello sud (TF1).
– Soldi pubblici sprecati: espropri, studi tecnici e progetti approvati da tutti i partiti.
– Vantaggi: fuori dalla ZEC, 50% più piccolo, solo per il transito. Più sostenibile e praticabile!
8. Impatto ambientale ignorato: i cittadini non sono stati avvertiti del danno irreversibile alla baia e alle spiagge di Los Cristianos e Las Vistas .
9. Impatto sociale ignorato: la convivenza, il turismo e l’economia locale di oltre 100.000 residenti sarebbero compromessi.
10. Collasso logistico: l’ampliamento è un’opera complessa e tortuosa che genererebbe anni di caos socioeconomico ad Arona, senza garanzie di successo .
11. Dubbi sulla sua utilità: anche se ampliato, il porto “incastrato nella città e senza accesso diretto” non risolverebbe le esigenze future delle isole La Gomera, El Hierro e La Palma.
12. Alternative scartate: chi impedisce di attuare queste quattro misure per razionalizzare le infrastrutture esistenti?
– Il porto di Granadilla è scartato per il trasporto merci, un porto di grandi dimensioni sottoutilizzato (ridurrebbe la saturazione del 40%).
– Trasporto intelligente: penalizzare i veicoli con 1-2 passeggeri e premiare quelli pieni.
– Orari scaglionati: evitare la saturazione e la simultaneità nelle operazioni delle navi traghetto.
– Mobilità urgente: risolvere i nodi come Guaza, Parque La Reina, Las Chafiras e Aeropuerto Sur.
I nostri politici hanno l’obbligo di dare priorità alla convivenza e al benessere delle persone rispetto agli interessi economici, partitici e mediatici.
Le pianificazioni e gli sviluppi approvati e in corso di esecuzione con denaro pubblico non devono essere vele al vento che si muovono in base agli interessi economici, politici e mediatici.
La soluzione è in Cicerone (106-43 a.C.). “Salus populi suprema lex esto” (“Che il bene del popolo sia la legge suprema”)
La decisione è semplice se i politici danno priorità al benessere, alla convivenza civile, al futuro e all’ambiente rispetto agli interessi economici (compagnie di navigazione-porti…), partitici (politici) o populisti.
L’ampliamento è una “temerarietà” che minaccia il futuro di Los Cristianos e Arona, non risolverà le esigenze future delle isole di La Gomera, El Hierro e La Palma.
Liberamente tradotto da Juan F. Reverón Villalba
NO ALL’AMPLIAMENTO DEL PORTO DI LOS CRISTIANOS!
Bina Bianchini