Lo sai che a Las Palmas de Gran Canaria, proprio accanto alla spiaggia di Las Canteras, c’era un edificio che ha rappresentato uno dei pilastri delle comunicazioni telegrafiche tra Europa e Sud America?
Era l’edificio dell’Italcable, una compagnia italiana specializzata nei cavi telegrafici sottomarini, che ha lasciato un segno indelebile nella storia delle telecomunicazioni.
Italcable, ufficialmente “Compagnia Italiana dei Cavi Telegrafici Sottomarini”, venne fondata il 9 agosto 1921 dall’ingegnere Giovanni Carosio, originario di Arona (Piemonte) e trasferitosi in Argentina all’inizio del secolo.
Carosio, un visionario del suo tempo, immaginò un futuro in cui l’Italia avrebbe avuto un ruolo chiave nel connettere il mondo attraverso cavi sottomarini.
Con il supporto economico degli emigrati italiani in Argentina, il progetto prese forma, diventando una realtà straordinaria per l’epoca.
L’obiettivo era ambizioso: creare una rete telegrafica transatlantica che collegasse l’Europa al Sud America passando per Las Palmas.
L’idea trovò pieno sostegno, tanto che nel 1924 venne concessa la licenza per costruire un edificio operativo sull’isola di Gran Canaria, in una zona allora chiamata Punta Brava, oggi parte della rinomata spiaggia di Las Canteras.
L’edificio fu inaugurato nell’ottobre del 1925 e rappresentava un modello di avanguardia tecnologica: due piani, quindici stanze, di cui cinque destinate ad abitazione per il personale tecnico e gli operatori.
Il progetto di Italcable era imponente.
Il cavo telegrafico sottomarino partiva da Anzio (Roma) in Italia, e attraversava Málaga, Las Palmas e l’isola di Fernando de Noronha in Brasile, per terminare a Buenos Aires.
Questo collegamento era un’arteria cruciale per le comunicazioni internazionali, capace di trasmettere messaggi tra due continenti separati da migliaia di chilometri di oceano.
Dietro questa straordinaria opera c’erano figure di rilievo, come lo stesso Giovanni Carosio e un team italiano di assoluto rilievo, di ingegneri e tecnici specializzati che collaborarono per rendere possibile l’impresa.
Alcuni di loro, come direttori tecnici e operatori, si trasferirono sull’isola per supervisionare il funzionamento della stazione telegrafica.
Con il passare degli anni, la tecnologia avanzò e i cavi sottomarini di Italcable persero la loro centralità.
Negli anni Settanta, questi cavi ormai obsoleti finirono sotto la sabbia della spiaggia di Las Canteras. L’edificio stesso venne demolito, lasciando spazio a nuove costruzioni, ma l’eredità di Italcable non è stata dimenticata.
Oggi, grazie all’impegno del precedente console italiano De Blasio e dei fratelli Maccanti, è presente una targa commemorativa sull’attuale edificio che sorge in quel luogo.
Un simbolo discreto, ma significativo, per ricordare l’importanza strategica e storica di quella infrastruttura.
Adesso, passeggiando lungo la playa de Las Canteras, è difficile immaginare che proprio lì, sotto i piedi dei bagnanti e dei turisti, passavano i cavi che tenevano connessi due continenti.
Questa è una storia che parla di visione, progresso e connessione, un frammento di memoria che merita di essere raccontato e tramandato.
In un’epoca in cui le comunicazioni intercontinentali erano un sogno, questi pionieri hanno dimostrato una lungimiranza e un coraggio che sembrano quasi leggendari.
Ora che siamo immersi in un mondo iperconnesso, tendiamo a dare per scontate le tecnologie che ci circondano, dimenticando le menti brillanti che hanno reso possibile tutto ciò.
A fronte delle sfide globali che affrontiamo oggi, avremmo bisogno di più visionari in grado di pensare fuori dagli schemi e di proporre soluzioni innovative.
Purtroppo, sembra che la società contemporanea valorizzi sempre meno la capacità di sognare e di osare.
La vicenda di Italcable ci ricorda che il progresso nasce sempre da idee rivoluzionarie e dalla volontà di portarle avanti, anche contro le avversità.
Questo spirito di innovazione e audacia, profondamente radicato nell’ingegno italiano, rappresenta un’eredità culturale che dovrebbe essere fonte di ispirazione per le generazioni future.
di Italiano alle Canarie