
Se consideriamo che il Parco Nazionale del Teide è uno dei migliori musei geologici all’aperto che si possano visitare, potete immaginare le sorprese che riserva.
Tra tanta lava si fa strada la vita e se c’è una specie vegetale che ha saputo adattarsi, quella è il cedro del Teide, noto anche come El Patriarca.
In realtà, El Patriarca è una donna, una venerabile matriarca.
La sua età è stimata in oltre 1.100 anni, gode di buona salute e continua a produrre abbondanti semi.
Ma non è l’unica ad aver raggiunto un’età così avanzata, in altre zone del Parco Nazionale vivono altri esemplari altrettanto longevi e solitari.
I cedri del Teide sono autentici sopravvissuti al cambiamento climatico, alla presenza umana e a diverse eruzioni vulcaniche.
Il cedro del Teide (Juniperus cedrus) è una specie endemica delle Canarie, classificata come in pericolo di estinzione secondo il Catalogo delle specie protette delle Canarie.
Non è un vero e proprio “cedro” come quelli del Libano, ma una sabina o ginepro di montagna che ha saputo adattarsi a condizioni estreme.
La sua crescita lenta e il suo legno denso e aromatico spiegano perché è stato molto apprezzato dall’uomo per secoli, causandone il declino e la quasi scomparsa.
Oggi si sta riprendendo grazie al lavoro di conservazione del Parco Nazionale del Teide e ai suoi programmi di educazione ambientale.
Individuare il cedro del Teide è molto facile, ma richiede una breve passeggiata dal belvedere di Minas de San José.
Questo è uno dei punti più visitati del Parco Nazionale e non c’è da stupirsi, data la rarità dell’ambiente circostante.
Infatti, Montaña Blanca si trova ai piedi del Teide e si distingue per essere, insieme al Teide-Pico Viejo, l’unico vulcano del Parco Nazionale che ha eruttato più volte.
La sua formazione è strettamente legata all’intensa attività vulcanica della zona, dove sono stati identificati almeno quindici centri di emissione intorno al grande complesso Teide-Pico Viejo.
In definitiva, per individuare El Patriarca bisogna recarsi a Minas de San José.
Guardando verso il Teide, vedrete una casetta di informazione e sicurezza con il personale del Parco Nazionale del Teide.
Lì vi indicheranno la strada giusta da seguire, poiché i primi passi da compiere sono tra le colline di pomice in direzione di un’alta montagna di lava.
Non preoccupatevi, il percorso è molto semplice.
Inizio del percorso: Belvedere di Minas de San José (strada TF-21).
Distanza: circa 800 metri (solo andata).
Durata: circa 15-20 minuti camminando tranquillamente.
Consiglio: portare un cappellino, acqua e protezione solare; non c’è ombra lungo tutto il percorso.
Parcheggio: accanto al belvedere.
Rispetto per l’ambiente: non allontanarsi dal sentiero, non toccare né rompere la lava e non avvicinarsi al cedro.
Dopo aver camminato per alcuni minuti attraverso un bellissimo campo di pomice, il sentiero diventa (leggermente) in salita.
Intorno si trovano alcuni degli esemplari più suggestivi della vegetazione autoctona del Teide.
Spiccano i cardi d’argento (Rhaponticum canariense) e le margherite del Teide (Argyranthemum tenerifae).

Ricordate che ci sono 16 piante esclusive del Parco Nazionale, esemplari che tendono ad adattarsi alle difficili condizioni climatiche del Teide (molto freddo in inverno, molte ore di sole in estate e grandi escursioni termiche tra il giorno e la notte).
La pietra pomice è ancora presente, ma l’ossidiana attira sempre più l’attenzione.
Il suo colore nero e il suo aspetto vetroso ricordano l’importanza dei processi geologici in questa parte di Tenerife.
Qui è molto importante non alterare l’ambiente, non uscire dal sentiero, non toccare né rompere le lave e, in generale, adottare un atteggiamento conservativo affinché il nostro impatto sia il meno evidente possibile.
La passeggiata fino a El Patriarca è tanto piacevole quanto semplice.
Alla fine del sentiero lo troviamo circondato da una recinzione di protezione, l’unico modo per evitare il crescente vandalismo e la mancanza di educazione ambientale in luoghi fragili come il Parco Nazionale del Teide.
La cosa curiosa del cedro del Teide è che è un testimone vivente di un passato più verde.
Più di mille anni fa, le pendici del Teide erano ricoperte da boschi sparsi di cedri delle Canarie.
Con l’arrivo dell’uomo, del pascolo, dei disboscamenti e degli incendi, il numero di cedri si è ridotto drasticamente fino a lasciare solo alcuni esemplari in zone quasi inaccessibili.
Uno dei più emblematici è El Patriarca.
Michele Zanin

