Una battaglia silenziosa per i passeggeri di taglia grande
Volare dovrebbe essere un’esperienza di libertà, ma per i passeggeri di taglia grande, spesso è un momento di tensione tra dignità e necessità pratica.
Le poltrone strette, la mancanza di spazio e le politiche rigide rischiano di trasformare un viaggio aereo in un percorso ad ostacoli, sia fisici che emotivi.
Quando la propria corporatura supera i limiti… fisici
Nel linguaggio delle compagnie aeree, “non rientrare entro i braccioli” significa superare i bordi laterali del sedile.
Questo scenario attiva una politica rigorosa: l’acquisto di un secondo posto.
Delta può semplicemente assegnare un altro posto o spostare il passeggero, mentre American Airlines consiglia l’acquisto anticipato; Alaska Airlines offre un rimborso per il secondo posto se disponibile; Allegiant impone l’acquisto obbligatorio e può negare l’imbarco se il volo è al completo.
Un caso emblematico: Southwest Airlines cambia rotta
Southwest Airlines — che per anni è stata apprezzata per la sua politica inclusiva che permetteva ai passeggeri di taglia grande di ottenere un secondo posto rimborsabile o gratuito — sta radicalmente mutando.
Dal 27 gennaio 2026, l’extra posto sarà obbligatorio al momento della prenotazione, non c’è più la garanzia di rimborso, che sarà disponibile soltanto se:
entrambi i biglietti sono nella stessa classe tariffaria;
il volo non è pieno;
la richiesta di rimborso arriva entro 90 giorni dal volo.
In precedenza, volare con Southwest era considerato un sollievo per molti viaggiatori plus-size: un sistema flessibile, compassionevole e poco burocratico. Oggi, quella libertà sembra svanita.
3. Il lato umano: frustrazione, ansia, esclusione
Molte testimonianze nei social fanno emergere il disagio vissuto in cabina. Un utente Reddit racconta:
“Si può sempre chiedere un biglietto per ‘passenger of size’ al banco d’imbarco… ma se il volo è pieno, ti può capitare di essere sistemato su un altro volo.”
Altri riferiscono situazioni difficili:
“Sul mio sedile si è seduta una persona obesa: mezza poltrona era sua. L’assistente di volo ha detto che non c’era nulla da fare perché il volo era pieno.”
Queste esperienze evidenziano le conseguenze concrete di spazi insufficienti: disagio fisico, senso di colpa, stress sociale e perfino potenziali discriminazioni.
Un problema sistemico: spazi ridotti e design rigido
I sedili degli aerei restano standardizzati: larghezza spesso tra 15,5 e 17,8 pollici, braccioli stretti, altezze limitate.
Chi non rientra in questi standard è percepito come “incidente”, non come parte centrale dell’esperienza di viaggio. Le politiche, più che risolvere, accentuano un problema già esistente.
Qualche suggerimento pratico per viaggiare con più serenità
Prenotare un secondo posto in anticipo, anche se il rimborso non è garantito: una strategia che garantisce serenità.
Viaggiare in orari meno affollati, per aumentare la probabilità di avere un posto libero accanto.
Chiedere estensori di cintura a bordo – la maggior parte delle compagnie li fornisce senza imbarazzo.
Contattare il servizio clienti con anticipo può aiutare a negoziare opzioni più comode.
Volare meglio, insieme
Dietro a ogni poltrona c’è una persona.
E quella persona desidera sicurezza, dignità, comfort.
Le compagnie aeree hanno imparato che confortare tutti significa ascoltare e adattarsi.
È cruciale che politiche accoglienti non siano viste come un “eccesso”, ma come un investimento nella dignità e nel benessere di ogni viaggiatore.
Alberto Moroni

