
Il “green” in questi anni è stato fin troppo sostenuto e protetto a scapito spesso della società, torniamo alla gente, sì alle persone.
Il gioco logico nella frase “dal tavolo delle sfide del turismo delle Canarie” senza turismo non c’è economia e senza economia non c’è società in una regione come le Canarie… è confuso, poiché occorre precisare che il turismo è un concetto e una realtà molto più ampia e non è solo parte dell’economia.
Il turismo è una manifestazione della società, quindi parte della frase è ovvia, ma come conclusione è errata se non è accompagnato da due premesse o condizioni fondamentali, e la conclusione è distruttiva per chi vede solo euro, dimenticando e sottovalutando l’importanza nella catena del valore delle condizioni e delle basi del turismo come attività economica e sociale sana, valida e con un futuro, cosa che non interessa agli speculatori.
Per rendere possibile il turismo, è necessaria una società aperta a nuove forme di comportamento, una società ospitale con i nostri visitatori, una società senza grandi squilibri sociali in loco, dove il livello sanitario e quello della sicurezza siano efficienti e accettabili.
Affinché il turismo, come attività economica, abbia un futuro, deve esserci un’equa distribuzione della ricchezza.
La dimensione del turismo, come attività, in ciascuna delle sue manifestazioni, “fare turismo”, deve essere equilibrata con il territorio e le sue risorse, poiché se perdiamo il fascino o la magia del nostro clima e delle nostre risorse naturali, non c’è attività economica per il futuro.
Coloro che vedono il turismo come una fabbrica per attirare turisti senza offrire e rispettare queste attrattive inerenti all’attività economica, porteranno la destinazione non solo alla rovina della sua economia, ma anche al degrado e al regresso della società canaria.
È la società canaria che deve definire il proprio futuro, la propria economia, il proprio carico turistico e su quali manifestazioni delle molteplici forme di “fare turismo” puntare, deve anche cambiare di mentalità: tornare al lavoro, quello vero.
Sembra che non abbiano imparato nulla, sembra che abbiano dimenticato le nostre origini e il motivo del loro fascino che ha prodotto e produce questa attività nelle società europee.
Sicuramente la società moderna ha molto cambiato le persone, le ha portate di più al divertimento e all’accontentarsi.
Il turismo non è una fabbrica di automobili o di prodotti, dove si possono fabbricare in un luogo e vendere “belle” automobili o prodotti in qualsiasi parte del mondo.
Il turismo nelle Canarie è quello che crea aspettative, esperienze e produce il prodotto, dove ciò che viene venduto, goduto o utilizzato nello stesso territorio e questo, logicamente, genera un carico sul territorio e un impatto sulla sostenibilità ambientale.
I benefici del turismo devono andare in parte al benessere della società, a coprire i suoi bisogni primari, e in parte alle imprese private che lo generano, ma tutti sappiamo che il turismo consuma il territorio e richiede importanti investimenti in infrastrutture necessarie per soddisfare le esigenze della propria attività, e qui sta il nocciolo della questione, poiché la sua fattibilità dipende dall’equilibrio tra il carico sul territorio e la crescita speculativa del numero di turisti.
I turisti consumano risorse e costringono a creare più infrastrutture: strade, porti, aeroporti, impianti di depurazione, desalinizzatori, alloggi collettivi, ospedali, scuole e molto altro ancora, ma oltre a questo equilibrio deve esserci un altro equilibrio, quello relativo alle entrate pubbliche generate dall’attività turistica, necessarie per mantenere una società giusta, in evoluzione alla ricerca di nuove alternative di progresso in un ambiente sano, con gli investimenti pubblici necessari da realizzare nelle infrastrutture marginali della crescita dell’attività turistica.
Nelle Canarie, grazie alla fortuna del loro clima, della loro terra, del loro cielo e del loro mare, esistono altre alternative di intervento più adeguate al XXI secolo, ancora di più nelle circostanze in cui viviamo, che producono economie più rispettose dell’ambiente e con un minore impatto sul loro scarso territorio.
Il turismo del XXI secolo deve basarsi su queste premesse per essere fonte di economia nella società canaria.
Sarebbe più corretto trasmettere alla società e ai politici la realtà che ci troveremo ad affrontare oggi e domani, il resto sarebbe un esercizio di miopia e di arricchimento smodato di chi viene da fuori e considera la nostra terra come una tenuta che, quando smette di produrre, se ne va con la sua multinazionale in altri luoghi, lasciandoci una terra degradata e una società povera e senza speranza per il futuro.
Bisogna insegnare alla società canaria l’imparare le azioni giuste dagli stranieri, da chi, per posizione geografica, per esperienze o per sviluppo personale, ha già passato e cambiato la sua vita.
“Senza turismo sostenibile non c’è economia e senza economia non c’è società in una regione come le Canarie”.
La sostenibilità consiste nel soddisfare le esigenze delle generazioni attuali senza compromettere quelle delle generazioni future, garantendo al contempo un equilibrio tra la crescita dell’economia, il rispetto dell’ambiente e soprattutto il benessere sociale.
Non ci sarà turismo né economia per la società delle Canarie senza un impegno deciso della sostenibilità ambientale, intesa come insieme di servizi che una società moderna deve fornire.
Bina Bianchini

