Le Canarie si posizionano in testa alla privatizzazione della sanità in Spagna.
L’ultimo rapporto della Federazione delle Associazioni per la Difesa della Sanità Pubblica (FADSP), presentato giovedì, assegna alle Isole lo stesso punteggio di Madrid, la comunità autonoma che dal 2014 è in testa a questa classifica elaborata sulla base della ponderazione di una decina di indicatori ottenuti da fonti ufficiali.
Le Baleari e la Catalogna occupano il terzo e il quarto posto.
All’opposto, Cantabria, Asturie, Navarra e Castiglia-La Mancia sono, in quest’ordine, le regioni con il minor indice di privatizzazione.
In termini percentuali, lo studio quantifica tale aumento rispetto al periodo pre-pandemia (2019) al 32,3%, uno dei più alti di tutto il Paese.
La FADSP sottolinea che il processo di privatizzazione della sanità in Spagna è “crescente e diseguale” e mette in guardia dall’‘impatto’ delle politiche di privatizzazione in “Andalusia, Estremadura, Canarie, Comunità Valenciana e Aragona”.
Per la federazione, il deterioramento della sanità pubblica, dovuto a “sottodotazione, mancanza di politiche pubbliche e inefficienza nella gestione”, costituisce “parte essenziale” di politiche di privatizzazione che generano “un aumento della mortalità generale e delle disuguaglianze nella salute”.
È la prima volta da quando vengono pubblicati questi rapporti che l’arcipelago occupa la prima posizione.
Degli otto capitoli principali, le Canarie si collocano nel percentile più alto (maggiore grado di privatizzazione) in cinque di essi.
Si tratta della percentuale di mutualisti che scelgono l’assistenza privata rispetto alla popolazione totale (4,5% contro una media nazionale del 3,61%); della spesa per i contratti sanitari (7,1% contro 4,9%); del numero di posti letto privati sul totale (27,41% contro il 15,1%); della percentuale di attrezzature ad alta tecnologia nel settore privato sul totale (37,71% contro il 27,5%) e delle visite annuali a specialisti privati ogni 1.000 abitanti (47,3 contro 38).
Nel caso delle Canarie, diversi accordi con le cliniche private sono scaduti da anni, per cui l’amministrazione paga tali prestazioni attraverso una procedura eccezionale, denominata procedura di nullità.
Sia la Corte dei conti che il Consiglio consultivo hanno ripetutamente rimproverato al Servizio sanitario delle Canarie l’abuso di questa procedura.
Quest’anno il Ministero della Salute ha indetto un bando di gara per rinnovare gli accordi scaduti, ma nessuna clinica ha presentato un’offerta ritenendo insufficiente il budget e, pertanto, il bando è rimasto deserto.
Sebbene non con percentili così elevati, anche le Canarie si collocano al di sopra della media nella spesa sanitaria pro capite per le assicurazioni sanitarie private, con 187 euro per abitante all’anno contro i 174.
Inoltre, se si confrontano i dati con quelli degli anni precedenti, si osserva una tendenza costante al rialzo. I cittadini delle Canarie spendono sempre di più in premi assicurativi.
Le Canarie sono già la sesta comunità con la maggiore penetrazione di questo tipo di polizze tra la popolazione.
Questo aumento della spesa per l’assicurazione sanitaria contribuisce, insieme ad altri fattori, ad aumentare di cinque punti l’indice di privatizzazione dei servizi sanitari nelle Canarie nell’ultimo anno (da 23 a 28).
Tuttavia, c’è un indicatore che è in calo rispetto all’anno precedente, la spesa a carico dei cittadini.
Si tratta del denaro che viene pagato direttamente al momento di ricevere assistenza sanitaria nel settore privato, il ticket in Italia.
Nel 2024 ammontava a 366 euro per abitante.
Un anno prima era di 424 euro.
Inoltre, per quanto riguarda questa variabile, il rapporto sottolinea che è correlata alla ricchezza delle comunità autonome, perché deriva “in gran parte” dalla spesa per prestazioni non coperte dal Sistema Sanitario Nazionale, “ad esempio l’odontoiatria”.
Dal 2014 (data del primo rapporto), le Canarie si sono sempre collocate nel gruppo delle comunità autonome con la maggiore privatizzazione insieme a Madrid, Catalogna e Baleari, anche se con cambiamenti di posizione. Tuttavia, fino a quest’anno non avevano mai guidato la classifica.
Franco Leonardi

