Questo mese l’Arca del Mistero vira improvvisamente, sorvolando una pista dimenticata dal tempo e inghiottita dalla sabbia: l’aeródromo fantasma di El Médano, nel sud di Tenerife.
Un tempo avamposto della modernità, oggi è un luogo dove la realtà si sgretola sotto il peso delle dicerie, delle sparizioni e dei testimoni che hanno giurato di aver visto… qualcosa.
Negli anni ’40, durante l’espansione militare e strategica delle Canarie, venne costruito un piccolo aerodromo tra El Médano e la Montaña Roja.
La pista fu operativa per pochi anni: troppo corta, troppo esposta, troppo problematica.
Ma fu anche, secondo alcuni ex militari, teatro di test non autorizzati, traffici misteriosi e voli che non partivano mai ufficialmente.
Nel 1954, secondo un’inchiesta mai confermata del quotidiano La Provincia, un intero C-46 Commando sarebbe scomparso dopo il decollo dalla pista.
Nessuna traccia, nessun SOS, nessun rottame.
Le ricerche durarono tre giorni.
Si conclusero con una frase lapidaria: “forse non è mai decollato da qui”.
Ma i registri di volo, stranamente completi, raccontano un’altra storia.
I locali cominciarono a chiamarlo el aeródromo maldito.
Pastori e surfisti riferirono negli anni ’70 di luci rosse nel cielo fermo, rumori metallici nel nulla, e animali che rifiutavano di avvicinarsi a quella zona.
Un’anziana di Granadilla raccontava che il marito, addetto alla manutenzione, non tornò mai a casa una sera del 1963: “Mi dissero che si era trasferito. Ma lasciò tutto. Anche le chiavi nella serratura.”
Una leggenda urbana degli anni ’80 narra che durante alcune esercitazioni notturne nei pressi della Montaña Roja, una pattuglia militare sarebbe entrata in un hangar abbandonato, da cui non uscì più.
Nessuno fu dichiarato disperso.
Ma furono trasferiti d’urgenza otto ufficiali, e l’intero aeródromo fu recintato e abbandonato.
Nel 2009, un gruppo di appassionati tentò di far luce sulla vicenda.
Ma il fascicolo storico dell’aeródromo, richiesto all’Archivio Generale Militare de Ávila, risultava scomparso.
Un tenente in pensione disse soltanto: “Quel fascicolo non è sparito. È stato messo dove nessuno dovrebbe mai cercare.”
Oggi nessuna mappa moderna mostra più la pista.
Né Google Maps, né sistemi GIS ufficiali.
Eppure è lì, visibile dal vivo, nella sabbia nuda, come se non volesse essere dimenticata.
Personalmente, ho camminato in quella zona.
Il vento cambia improvvisamente direzione.
I telefoni perdono campo.
E un silenzio troppo denso ti circonda, come se fossi sorvegliato.
Forse non è solo una ex pista militare.
Forse, lì sotto, qualcosa dorme ancora.
Loris Scroffernecher

