Lo scorso anno, nelle Canarie sono state recuperate circa 6.355 tonnellate di oli usati provenienti da motori di veicoli e macchinari industriali attraverso Sigaus, il sistema incaricato della gestione di questi rifiuti pericolosi in Spagna.
La raccolta è stata effettuata in 2.990 stabilimenti di diversi settori situati in 85 comuni.
Tra questi, le officine meccaniche hanno rappresentato il 54% del totale dei punti di generazione.
In conformità con gli obiettivi ecologici stabiliti dalla legge, tutti i rifiuti sono stati recuperati e valutati, in questo caso attraverso processi di rigenerazione.
In questo modo si evita il loro potenziale impatto negativo sull’ambiente e si sfruttano come materia prima.
Alla fine del suo ciclo di vita, l’olio industriale diventa un rifiuto potenzialmente inquinante a causa della presenza di metalli pesanti e altre sostanze tossiche, che possono avere un impatto negativo sull’ambiente e sulla salute delle persone se non gestito in modo adeguato.
Per il suo ruolo fondamentale in molteplici applicazioni, l’olio è presente in tutti i tipi di impianti e sottosettori, dall’automotive all’industria o all’agricoltura, il che fa sì che, inoltre, il rifiuto risultante sia generato in modo molto dispersivo sul territorio.
Sebbene il volume maggiore si concentri in aree ad alta densità di popolazione e forte attività economica, la produzione di olio usato si estende anche alle zone rurali e alle aree lontane dai grandi centri urbani, il che richiede un sistema logistico molto capillare.
“Uno dei presupposti fondamentali del nostro funzionamento è il servizio universale”, afferma Eduardo de Lecea, direttore generale di Sigaus.
“Raccogliamo in qualsiasi punto di generazione del paese, grazie ai nostri accordi con praticamente tutte le aziende di gestione che operano sul territorio nazionale.
In questo modo abbiamo garantito il recupero di 6.355 tonnellate di olio industriale usato durante lo scorso anno, attraverso 8.401 operazioni di raccolta in 85 comuni delle Canarie”.
Il 7% di questo volume proviene dalle zone rurali: 420 tonnellate generate in 252 stabilimenti.
L’attività di raccolta è stata particolarmente intensa nelle zone montane, dove sono state recuperate 4.183 tonnellate in 2.046 siti.
La separazione dell’olio usato nelle aree non urbane è particolarmente importante nei dintorni delle aree naturali protette.
Nel 2024 sono state raccolte 672 tonnellate in 408 strutture situate in enclavi come le Riserve della Biosfera di Fuerteventura, La Palma, Lanzarote e La Gomera, nonché nei parchi di Pilancones e Los Volcanes, tra gli altri.
La gestione dell’olio esausto consente di trasformare i residui in nuove risorse.
Nella fase di pretrattamento, finalizzata alla valorizzazione, vengono eliminate le impurità come l’acqua e i sedimenti.
Franco Leonardi

