L’Associazione Regionale dei Lavoratori della Terra delle Canarie, la prima che riunisce agricoltori, allevatori e pescatori, si è presentata in occasione di un evento tenutosi a La Orotava, dove il suo consiglio direttivo, guidato da José Antonio Gómez, ha difeso l’urgente necessità di un “cambiamento di coscienza” sociale per rilanciare il settore agricolo e ittico locale, afflitto da una grave mancanza di ricambio generazionale, che in futuro potrebbe aggravare la rischiosa dipendenza delle Canarie dalle importazioni alimentari
Sensibilizzare la società delle Canarie sull’urgenza di produrre più alimenti nelle Canarie per evitare la dipendenza quasi totale dall’estero.
Questa è la prima grande sfida che si pone la nuova Associazione dei Lavoratori della Terra delle Canarie, la prima nell’arcipelago che riunisce agricoltori, allevatori e pescatori, e che giovedì 25 settembre ha fatto la sua presentazione pubblica in un evento celebrato al Liceo Taoro di La Orotava.
La direzione di questo nuovo collettivo è guidata dall’agricoltore di banane di La Palma, José Antonio Gómez Pérez, che nel suo intervento ha difeso la necessità di lavorare per un “cambiamento di mentalità” nelle Canarie, sia nella società che nelle amministrazioni pubbliche, affinché si comprenda che il settore primario deve essere “strategico” per queste isole.
“Questo settore deve essere visto come quello in grado di garantire l’approvvigionamento alimentare alla popolazione delle Canarie e per questo dobbiamo riattivarlo per raggiungere un livello di produzione alimentare accettabile, che ci consenta anche di sopravvivere in caso di catastrofi o conflitti internazionali, poiché in questo momento siamo appesi a un filo”, ha affermato Gómez.
E ancora più esplicito nel suo avvertimento: “Considerando quanto sia conflittuale il mondo attuale, se si verificasse un blocco del traffico marittimo, cosa faremmo nelle Canarie, con due isole che hanno più di un milione di persone ciascuna tra abitanti e turisti? Ci mangeremmo l’un l’altro?”.
Di fronte a un centinaio di partecipanti, Gómez ha annunciato che l’associazione dispone di un sito web (https://atratican.com/) con tutte le informazioni su questa iniziativa appena nata e attraverso il quale è possibile formalizzare l’iscrizione come socio.
Inoltre, ha una prima sede fisica nel comune di El Paso (La Palma), precisamente in via Antonio González Suárez, edificio n. 1, e con telefono 690 676 406, da cui verrà fornito supporto amministrativo e legale ai soci, con l’obiettivo di essere presenti anche in tutte le isole.
Ad oggi, sono già stati nominati dei dirigenti a Tenerife, Gran Canaria, La Palma, La Gomera e El Hierro, e si spera di fare presto lo stesso con le isole più orientali (Lanzarote, Fuerteventura e La Graciosa).
Un altro grande obiettivo, secondo quanto spiegato dal presidente, è “raggiungere un numero di soci e un peso produttivo sufficienti a consentire all’associazione di intervenire nella catena di commercializzazione per ottenere la massima redditività possibile e non accontentarsi di coprire i costi di produzione, come è avvenuto negli ultimi anni”.
“Abbiamo bisogno di unione, impegno e consapevolezza, perché questa non è una questione che riguarda solo gli agricoltori, gli allevatori e i pescatori, ma tutta la popolazione delle Canarie, che deve cambiare mentalità.
Ora può sembrare un’utopia, ma vale la pena lottare per questo obiettivo; uniti potremo influenzare e resistere”, ha aggiunto il presidente.
All’evento hanno partecipato anche, in qualità di membri del consiglio direttivo, María del Mar Henríquez (vicepresidente, di Gran Canaria), Darwin Jiménez Gómez (vicepresidente, di Tenerife), Ricardo Carballo (segretario), Luis Alfredo Armas (tesoriere), David Montelongo Padrón (membro) e Carlos Vargas (membro).
Sulla stessa linea del presidente si è espresso il segretario dell’associazione, che considera questa iniziativa “l’ultima opportunità per dare impulso al settore primario”, minacciato da problemi quali gli elevati costi di produzione e la mancanza di ricambio generazionale.
“Dobbiamo mantenere vivo l’entusiasmo per evitare che molti professionisti del settore lo perdano a passi da gigante e finiscano per gettare la spugna di fronte a tutti gli ostacoli che dobbiamo affrontare; e anche se è difficile, non possiamo stare con le mani in mano o limitarci a parlarne nei bar; dobbiamo tutti spingere insieme affinché si possa vivere di questo con dignità nelle Canarie”, ha affermato Carballo.
Inoltre, ha anticipato che presto saranno pubblicati sul sito web e sui social network i prossimi passi che l’associazione intende compiere, con la tabella di marcia per i prossimi mesi.
A seguire, il professore di Storia dell’Università di La Laguna, Manuel Vicente Hernández González, ha tenuto una conferenza in cui ha ripercorso l’evoluzione di questo settore nelle isole, in particolare quello agricolo, dall’epoca aborigena ai giorni nostri.
La sua conclusione è stata chiara: “Ha avuto un’importanza decisiva nella storia delle Canarie”.
liberamente tradotto da Bina Bianchini

