Il piano, che sarà sviluppato nell’arco di 42 mesi, prevede che il cavo entri in funzione nel 2028.
Alla fine del 2025 è previsto l’inizio dell’installazione di un cavo sottomarino in fibra ottica che collegherà le Canarie con il Marocco, segnando una pietra miliare nelle telecomunicazioni tra l’Europa e l’Africa.
L’iniziativa è promossa dalla società spagnola Islalink in collaborazione con Canalink, operatore legato al Cabildo di Tenerife e all’Istituto Tecnologico e delle Energie Rinnovabili (ITER), con l’obiettivo di posizionare l’arcipelago come nodo strategico di dati nell’Atlantico.
Il tracciato iniziale del cavo sottomarino prevede la partenza dal porto di Arinaga (Gran Canaria), con scalo a Gran Tarajal (Fuerteventura) prima di raggiungere la costa marocchina, in un punto ancora da definire, anche se le opzioni più probabili sono Tarfaya o Bojador.
L’investimento complessivo ammonta a circa 49 milioni di euro, di cui 20 milioni proverranno da un prestito della Banca Europea per gli Investimenti (BEI).
La fase preliminare, dedicata agli studi e alla progettazione, ha già ricevuto 7,5 milioni.
Il piano, che si svilupperà nell’arco di 42 mesi, prevede che il cavo entri in funzione nel 2028.
Fa parte del programma europeo Connecting Europe Facility (CEF-Digital), incentrato sulla promozione della coesione digitale, sul rafforzamento della sicurezza informatica e sull’ampliamento della capacità di scambio di dati intercontinentale.
Tra i vantaggi, questa nuova connessione consentirà di rafforzare il traffico dati tra l’Africa occidentale e l’Europa, migliorare la velocità e la qualità dell’accesso a Internet e attrarre centri dati e infrastrutture tecnologiche alle Canarie.
Servirà anche come percorso alternativo in caso di interruzioni di altre connessioni.
Controversia sul cavo sottomarino
Questo progetto fa parte di un piano più ampio di diversificazione delle rotte digitali nell’arcipelago, che include l’Orient Island Ring, una rete che collegherà Gran Canaria, Lanzarote e Fuerteventura, con la possibilità di estendersi verso il continente africano.
Tuttavia, l’iniziativa non è esente da polemiche.
Organizzazioni internazionali e il Fronte Polisario avvertono che il tracciato potrebbe attraversare zone del Sahara occidentale, territorio che l’ONU considera in attesa di “decolonizzazione” e la cui sovranità è rivendicata dal popolo saharawi.
Secondo loro, realizzare il progetto senza il loro consenso potrebbe violare il diritto internazionale.
La Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) ha già stabilito che gli accordi economici con il Marocco non sono applicabili a questo territorio senza l’espressa approvazione della sua popolazione.
Marco Bortolan

