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    Sanzioni e multe: deterrente o fallimento?

    Un’analisi critica

    Nel dibattito pubblico, le sanzioni e le multe sono spesso presentate come strumenti fondamentali per garantire l’ordine e il rispetto delle regole.

    Dalla guida in stato di ebbrezza fino all’evasione del biglietto sui mezzi pubblici, il principio è semplice: chi sbaglia, paga.

    Ma funziona davvero così? O, più realisticamente, questo meccanismo si inceppa nella pratica, rendendo la sanzione un atto puramente simbolico e spesso inefficace?

    Il presupposto alla base del sistema sanzionatorio è che la paura di una punizione spinga i cittadini o i turisti a comportarsi correttamente.

    Ma la realtà è più complessa. Il deterrente funziona solo se esiste un rischio reale e percepito di essere scoperti e puniti realmente.

    In assenza di controlli efficaci, le sanzioni restano solo una minaccia lontana.

    Il vero problema, dunque, non è solo la sanzione in sé, ma la sua applicazione concreta.

    Le multe devono essere fatte sul posto, da agenti presenti e attenti, e devono essere effettivamente riscosse.


    In molti Paesi europei, questo principio è preso molto seriamente. La Germania è un esempio emblematico.

    In Germania, le forze dell’ordine non si limitano a sanzionare, ma fanno in modo che la sanzione venga pagata immediatamente, o almeno garantita.

    Se, ad esempio, una persona commette un’infrazione e non è in grado di pagare la multa sul posto, gli agenti possono sequestrare beni di valore equivalente come orologi, gioielli o altri oggetti personali.

    Non si tratta di un gesto punitivo o arbitrario, ma di un meccanismo giuridico riconosciuto che garantisce allo Stato l’effettiva riscossione della sanzione.

    Inoltre, chi non paga rischia conseguenze serie: fermo amministrativo del veicolo, procedimenti giudiziari, fino alla detenzione per mancato pagamento di sanzioni convertite in giorni di carcere.

    Questo rigore, lungi dall’essere interpretato come repressione, ha un effetto chiaro: il cittadino sa che se viola una norma, pagherà davvero.

    Di conseguenza, i comportamenti illeciti sono statisticamente meno frequenti, perché la legge non è percepita come un’opinione, ma come un fatto.

    Burocrazia lenta, mancanza di personale, controlli inefficaci e una cultura della “furbizia” che porta a cercare scorciatoie invece di assumersi le responsabilità.

    Inoltre, le sanzioni spesso non sono proporzionate né ai redditi né alla gravità del reato.

    Questa situazione riporta a un principio fondamentale del diritto: non è la severità della pena a fare da deterrente, ma la certezza della sua applicazione.

    Se la multa è bassa ma sicura, il cittadino rispetterà la norma molto più di quanto farebbe davanti a una sanzione alta ma improbabile.

    Un sistema giusto non deve essere punitivo a prescindere, ma equo e credibile.

    Per questo, molti esperti suggeriscono modelli di sanzione più flessibili: ad esempio, multe proporzionate al reddito, come avviene in Finlandia; o sanzioni sociali alternative, come lavori utili alla comunità per chi non può pagare.

    La legge deve essere uguale per tutti, ma anche efficace e credibile.

    Il principio delle multe come deterrente quindi, si fonda sulla percezione di certezza della punizione, non solo sulla sua entità.

    Il cittadino/turista deve sapere che, se viola una norma, pagherà davvero.

    In Paesi come la Germania, questo principio è rafforzato dalla possibilità di sequestri immediati sul luogo della violazione, garantendo l’effettiva riscossione della sanzione.

    Nelle Isole Canarie, viceversa, l’efficacia del sistema è ostacolata da lentezza, burocrazia e disallineamenti tra le regole e la capacità operativa degli organi di controllo.

    Le multe spesso restano lettera morta, diminuendo il potere deterrente del sistema.

    Il caso del Parco Nazionale del Teide: caos e sanzioni inasprite

    Recentemente, il Parco del Teide ha subito una vera “saturazione turistica”, alimentata dall’“effetto Instagram”. Il panorama spettacolare ha attratto migliaia di visitatori, causando erosione dei sentieri, accumulo di rifiuti e pericoli per la sicurezza: persone che scavalcano guardrail, si siedono a bordo strada o attraversano la carreggiata per fotografarsi.

    Per mitigare questi effetti, le autorità stanno adottando una serie di misure:

    Ecotassa (ecotasa): A partire dal 2026, i non residenti dovranno pagare un tributo per accedere al Teide. I fondi serviranno alla conservazione e alla regolazione degli accessi, con l’introduzione di navette elettriche e una vigilanza rafforzata.

    Tasse pilota: Sono stati già avviati test in altri contesti naturali, come a Buenavista del Norte, con risultati interessanti solo in termini di limitazione dei flussi.

    Il Parco è ancora vittima del sovraffollamento; le misure di controllo faticano a tenere il passo con i flussi turistici.

    L’efficacia delle multe si scontra con limiti strutturali: risorse umane, tecnologie e infrastrutture ancora insufficienti.

    L’esempio del Teide conferma che **le multe possono funzionare da deterrente solo se:

    sono certe e tempestivamente applicate e riscosse sul posto;

    sono proporzionate alla gravità del danno;

    poggiano su sistemi efficaci di controllo.

    Ad oggi, il Teide o Anaga mostrano segnali positivi, ma resta ancora da colmare il divario tra normativa e realtà operativa.

    Tecnologie di pagamento rapido e tracciabilità

    La difficoltà nel far pagare tempestivamente le multe è uno dei limiti principali del sistema sanzionatorio. In molti Paesi si stanno quindi adottando sistemi digitali che permettono:

    il pagamento immediato (anche con carta o app),

    la registrazione elettronica dell’infrazione,

    la notifica istantanea al cittadino via SMS, email o app.

    Dove si usa

    In Germania e Svizzera, gli agenti hanno POS portatili e terminali elettronici.

    In Singapore, il cittadino può pagare multe ambientali con codice QR entro 24h, con sconto.

    In Estonia, grazie all’e-government, ogni infrazione è digitalizzata e tracciata in tempo reale.

    Un sistema sanzionatorio moderno non deve essere per forza più duro, ma più intelligente

    Le sanzioni sociali responsabilizzano invece di penalizzare solo economicamente.

    E le tecnologie digitali semplificano l’applicazione delle regole, migliorando l’efficienza dello Stato.

    L’adozione combinata di questi modelli potrebbe rafforzare la fiducia dei cittadini nella giustizia, ridurre i comportamenti illeciti e garantire un sistema più sostenibile.

    Bina Bianchini

     

     

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