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    Proposta di proteggere come Bene di Interesse Culturale una delle principali opere di César Manrique fuori dalle Canarie

    Foto di Lisa Sadleir

    Mentre si lotta per conservare un murale dell’artista a Madrid, altre località come Benalmádena (Malaga) hanno trasformato le sue opere in una vera e propria attrazione turistica.

    L’opera dell’artista César Manrique (1919-1992) è sempre stata legata al turismo, lasciando in eredità alla sua Lanzarote natale e alle isole vicine alcuni progetti che sono diventati una tappa obbligatoria, come i Jameos del Agua, la Cueva de los Verdes, il Mirador del Río o il Lago Martiánez, alcuni dei quali aspirano a diventare Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. 

    Tuttavia, ha lasciato il segno anche in altre località della Spagna, come Madrid o Benalmádena (Malaga).

    Proprio a Madrid si sta concentrando l’attenzione, poiché è in corso un’iniziativa per far sì che il governo regionale dichiari Bene di Interesse Culturale (BIC) l’unico murale di Manrique conservato nella capitale, situato al numero 9 di Calle Santa Cruz de Marcenado.

    L’iniziativa è guidata dalla segretaria generale del PSOE di Lanzarote e deputata al Congresso, María Dolores Corujo, che sottolinea che “Madrid è stata una città fondamentale nella carriera artistica di Manrique e quest’opera, realizzata nel 1954, rappresenta una testimonianza unica di quel periodo”.

    Oltre alla dichiarazione come BIC, la proposta di legge presentata da Corujo all’Assemblea di Madrid propone di coordinare le azioni con il Comune di Madrid per garantire il restauro e la conservazione, attraverso un accordo con la proprietà per assicurarne la manutenzione in situ o il possibile trasferimento in uno spazio istituzionale, e di sviluppare azioni di diffusione dell’eredità di Manrique.

    Il murale in ceramica, il cui tema è legato al mondo dell’edilizia, si trova infatti in stato di degrado e senza protezione legale, nonostante diverse istituzioni, come la Fondazione César Manrique o l’Università Complutense, ne abbiano chiesto la conservazione. 

    “Proteggerlo è una questione di giustizia culturale e di memoria condivisa tra le Canarie e la capitale”, sottolinea, lamentando che ‘non si può permettere che un’opera di questo valore finisca abbandonata o distrutta per mancanza di intervento pubblico’.

    La proposta si aggiunge alla mozione già approvata dal Cabildo di Lanzarote, che chiede al governo delle Canarie l’acquisto dell’immobile e la sua trasformazione in uno spazio per la creazione e la diffusione culturale delle Canarie a Madrid.


    Non si tratta dell’unica opera del poliedrico artista fuori dalle Isole Canarie, anche se la differenza di conservazione è evidente. 

    Nel cuore del centro storico di Benalmádena (Malaga) si trova l’Hotel La Fonda, le cui strutture occupano un edificio progettato da Manrique nel 1985.

    L’immobile, che sebbene non sia protetto, fa parte del patrimonio comunale di Benalmádena, è stato sottoposto a diversi interventi di ristrutturazione in cui si è cercato di mantenere l’essenza dell’opera originale dell’artista di Lanzarote. 

    In suo onore, questo emblematico edificio ospita anche una targa che commemora il genio di Arrecife e rende noto il suo contributo al comune. 

    Manrique ha infatti reinterpretato l’antica cinta muraria musulmana trasformandola nel 1980 nei Jardines del Muro, una passeggiata che permette di godere di una splendida vista sulla costa e che costituisce una delle principali attrazioni turistiche del centro storico.

    Marta Simile

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