Finora quest’anno, 178.000 visitatori sono giunti alle Isole Canarie con casa di proprietà per trascorrere le loro vacanze.
Da nessuna parte come a casa.
E se non è così, basta chiedere agli oltre 178.000 turisti che hanno visitato le Isole Canarie quest’anno e hanno pernottato nelle loro case.
Niente hotel, niente appartamenti, niente case vacanze.
Sempre più stranieri scelgono questo modo di fare vacanza e di investire.
Ciò si riflette nella Statistica sui Movimenti Turistici alle Frontiere (Frontur) pubblicata mercoledì scorso dall’Istituto Nazionale di Statistica (INE), che mostra un aumento del 22% nel numero di turisti che hanno scelto di pernottare nelle proprie case come alloggio turistico durante i primi cinque mesi dell’anno.
Tra gennaio e maggio 2024 sono stati 145.512 coloro che hanno scelto di alloggiare a casa propria, mentre quest’anno sono stati 177.532 i turisti.
Solo nel mese di maggio, questo gruppo di visitatori ha raggiunto le 30.339 unità e lo scorso aprile, la terza cifra più alta da quando esistono registri di questo tipo, con 50.193 visitatori che hanno pernottato nelle proprie case.
Un aumento che si spiega con il calendario dei giorni festivi associati alla Pasqua, che quest’anno è caduta in aprile.
Bisogna risalire al dicembre 2016 (68.014) e al dicembre 2019 (60.001) per trovare i due mesi della storia con il maggior numero di turisti nel proprio alloggio.
In questo caso, la ripresa è legata al fatto che dicembre è l’alta stagione turistica e coincide anche con le vacanze di Natale e il lungo weekend di inizio mese.
I dati INE mostrano che la tendenza è in aumento, ma la percentuale che questi turisti rappresentano rispetto al numero totale di visitatori è ancora bassa.
Coloro che hanno la fortuna di possedere una casa rappresentano il 2,6% dei 6,7 milioni di visitatori stranieri arrivati nei 151 giorni tra gennaio e maggio.
Questa crescita è strettamente legata ad un’altra realtà che si sta consolidando nell’arcipelago: l’aumento dell’acquisto di case da parte di cittadini stranieri.
Negli ultimi anni, le Isole Canarie si sono posizionate come una delle destinazioni preferite non solo per le vacanze, ma anche per l’acquisto di una seconda casa.
Secondo gli ultimi rapporti dell’Associazione dei Conservatori, oltre il 30% delle vendite di immobili nelle Isole coinvolge acquirenti stranieri, una percentuale doppia rispetto alla media nazionale.
Precisamente, uno dei fattori che spiega questo crescente acquisto di case da parte di stranieri è la differenza salariale tra gli acquirenti stranieri e i residenti locali.
Con un potere d’acquisto più elevato, molti europei trovano nelle Isole Canarie un’opportunità interessante per investire in immobili che, per gran parte della popolazione canaria, sono inaccessibili.
Bisogna anche considerare che fino al 2020 le case avevano dei prezzi molto convenienti per molti europei, e almeno fino a 10/12 anni fa erano veramente a poco costo!
I prezzi medi delle case hanno raggiunto i massimi storici in diverse isole, spinti in parte dalla domanda internazionale, facendo sì che i proprietari canali di terreni o case hanno venduto per avere soldi contanti, che ahimè sono finiti prima di quello che si pensava.
Questa situazione ha portato ad un aumento del divario nell’accesso alle abitazioni, rendendo difficile per i residenti competere in un mercato sempre più orientato verso gli acquirenti stranieri.
Questa tendenza spiega in parte perché sempre più turisti scelgono di soggiornare in una proprietà di proprietà.
Non si tratta più di un soggiorno temporaneo, ma di un uso sempre più frequente di un immobile acquistato per scopi di vacanza o come investimento a lungo termine.
In molti casi, questi visitatori si ripetono anno dopo anno, o addirittura si fermano per lunghi periodi di tempo sulle isole, beneficiando del clima, della connessione aerea (sempre più care) e della qualità della vita.
Particolarmente significativa è la presenza di cittadini tedeschi, britannici, italiani e nordici tra coloro che pernottano nelle loro case.
Per molti di loro, l’abitazione alle Isole Canarie è diventata una seconda casa, il che rafforza una forma di turismo più stabile e personalizzata.
La complicata situazione del mercato immobiliare delle Isole Canarie ha portato il Governo delle Isole Canarie ad esplorare misure pionieristiche per cercare di frenare l’escalation dei prezzi e garantire così l’accesso all’alloggio alla popolazione residente.
Una delle proposte che ha generato maggior dibattito è la possibilità di attuare misure per limitare l’acquisto di abitazioni da parte di cittadini stranieri non residenti, un’idea che fino a poco tempo fa sembrava impensabile all’interno del quadro giuridico europeo.
Il presidente dell’esecutivo regionale, Fernando Clavijo, ha portato la questione a Bruxelles, dove ha sollevato la necessità di stabilire delle eccezioni per i territori insulari con caratteristiche uniche, come le Isole Canarie.
Clavijo ha sostenuto che la pressione del mercato immobiliare sulle isole è insostenibile e che sono necessarie misure specifiche per preservare l’equilibrio sociale ed economico dell’arcipelago.
“Inutile chiudere la stalla quando i buoi sono scappati” recita un vecchio proverbio contadino.
Sebbene la proposta sia ancora in fase iniziale, il Governo delle Isole Canarie sta cercando di basarsi su precedenti come quelli della Danimarca e di Malta, che hanno già ottenuto delle eccezioni all’interno dell’Unione Europea per controllare la vendita e l’acquisto di proprietà da parte di non residenti.
Alberto Moroni

