More

    Spagna condannata perché le isole non hanno elaborato i piani per le alluvioni

    Foto di Jovi Castro

    La Corte di Giustizia dell’Unione Europea dà ragione alla Commissione Europea a causa del ritardo delle amministrazioni delle Isole Canarie nel preparare le previsioni per il rischio di questo tipo di catastrofe a La Palma, Fuerteventura e Lanzarote.

    No, non è una barzelletta!

    La mancanza di diligenza delle amministrazioni regionali e locali delle Isole Canarie nell’elaborazione di piani idrografici, come le mappe del rischio di alluvione, ha portato la Corte di Giustizia dell’Unione Europea a condannare la Spagna per non aver rispettato la sua legislazione in materia, in un caso che risale al decennio scorso e che ora è tornato alla ribalta delle cronache grazie alla sentenza emessa dalla Corte.

    Va ricordato che, sebbene le sanzioni saranno imposte al Governo spagnolo in quanto Stato membro dell’UE, ciò non significa che i veri colpevoli siano il Governo delle Isole Canarie e i rispettivi Consigli locali, che sono responsabili della questione per quanto riguarda l’arcipelago, dove non esistono confederazioni idrografiche, come invece accade sulla terraferma.

    Il tribunale di Lussemburgo sottolinea che, nonostante la Spagna abbia indicato che, nel caso dei bacini idrografici di Lanzarote e Fuerteventura, l’approvazione finale e la pubblicazione dei piani idrologici dei bacini fluviali e dei piani di gestione del rischio di alluvione sono avvenuti a luglio e agosto 2024 (Lanzarote) e a settembre dello stesso anno (Fuerteventura) e sono stati seguiti da una notifica alla Commissione via e-mail il 22 ottobre 2024, La Spagna non ha ottemperato agli obblighi previsti da questi piani entro la data di scadenza del termine fissato dalla Commissione nel suo parere motivato (28 novembre 2023).

    Da allora, il Governo regionale e i Consigli regionali si sono finalmente messi al lavoro e, sebbene l’anno scorso il Governo delle Canarie si sia persino vantato pubblicamente di aver evitato le sanzioni completando le previsioni richieste, in realtà ha omesso che erano già fuori tempo massimo, come ha confermato ieri la CGUE con la sua condanna della Spagna nei casi delle tre isole sopra citate.

    La Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CJEU), che ieri ha condannato la Spagna per il mancato rispetto dei piani idrografici, essenziali come le mappe del rischio di inondazione, dopo aver constatato che il Governo delle Isole Canarie e i rispettivi consigli non hanno svolto il lavoro in tempo nei casi di La Palma, Fuerteventura e Lanzarote, non ha accettato l’eruzione del vulcano Cumbre Vieja come scusa per tale ritardo – per quanto riguarda l’Isla Bonita.

    Pertanto, la sentenza resa pubblica ricorda che uno Stato membro che si trova di fronte a difficoltà momentaneamente insormontabili che gli impediscono di adempiere ai suoi obblighi ai sensi del diritto dell’Unione Europea può invocare la forza maggiore solo per il periodo necessario a superare tali difficoltà. 

    In questo caso, la Corte ritiene che la Spagna non abbia adempiuto ai suoi obblighi ai sensi delle due direttive fino alla fine della procedura scritta.


    Secondo la CGUE, ciò è avvenuto quasi un anno dopo la scadenza del periodo stabilito nel parere motivato e quattro anni dopo l’evento imprevedibile che ha invocato come giustificazione, nel caso della direttiva che stabilisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica idrica, il che dà una chiara idea di quanto sia inverosimile tale scusa.

    Bina Bianchini

     

    Articoli correlati