Le isole canarie si situano in una fascia climatica in cui non sarebbe possibile la viticoltura, ma è grazie proprio alla loro condizione geoclimatica e alla varietà di microclimi presenti nell’arcipelago, che dagli anni della loro conquista nel XV secolo le isole sono diventate un gioiello enologico nell’oceano Atlantico.
La Valle de La Orotava, situata sul versante settentrionale dell’isola di Tenerife (Isole Canarie), costituisce un ambiente geoclimatico singolare, caratterizzato da una orografia scoscesa e da un’interazione costante tra l’oceano Atlantico e la montagna.
Si estende dal livello del mare fino ad altitudini superiori ai 1.200 metri, generando un gradiente termico e ambientale eccezionalmente vario.
Il clima della valle risponde a un regime subtropicale umido con influenza oceanica, moderato dai venti alisei del nord-est, che portano umidità e freschezza per gran parte dell’anno.
Questi venti, incontrando il massiccio montuoso del Teide, generano un fenomeno orografico noto come “mar de nubes” (mare di nuvole): uno strato di stratocumuli che rimane tra i 600 e i 1.200 metri di altitudine e che funge da regolatore termico naturale.
La temperatura media annuale si aggira intorno ai 15-20°C, con scarse variazioni stagionali.
L’ampiezza termica giornaliera è significativa, soprattutto a quote medio-alte, favorendo una lenta maturazione dell’uva e una buona conservazione dell’acidità.
Le precipitazioni si concentrano nei mesi invernali e oscillano tra 400 e 800 mm all’anno, a seconda dell’altitudine e dell’esposizione.
In queste particolari condizioni ad un’altitudine di 100 ms.l.m. si situa Bodega La Haya, una cantina familiare che nasce nel 2001, seguendo l’amore per la tradizione vitivinicola dell’attuale proprietario Julián Antonio González Hernández.
Le vigne situate intorno alla cantina dispongono di viti di Listàn Blanco di più di 200 anni, la varietà è storicamente utilizzata dai viticoltori per il buon rendimento e resistenza agli attacchi fungini.
Da 25 anni si sono iniziate ad inserire varietà più caratteristiche delle isole canarie quali Malvasía, Gual, Forastera Gomera, Vijariego Blanco, Albillo Criollo e Marmajuelo, che rappresentano il 10% della varietà ritrovata nel vino e che apportano un tocco differente ai bianchi della cantina.
Le vigne sono disposte in direzione nord-sud per cogliere la luce solare durante tutto il giorno.
Inoltre, il lavoro è completamente manuale e in maggior parte ecologico.
Le viti sono allevate con la tecnica del “cordon trenzado”, i tralci del cordone vengono aperti nel mese di dicembre, puliti e preparati per la potatura in febbraio, quindi vengono di nuovo intrecciati, tecnica conosciuta come “amarre”(bloccare), pronti per una nuova vendemmia.
Questa tecnica, portata dai portoghesi, era anticamente utilizzata per la malvasia aromatica e in seguito applicata al Listán Blanco per motivi di tradizione e spazio.
Il cordone si innalza fino a 60-70 cm di altezza, cosicché i grappoli si ritrovano a 10cm, dove possono sfruttare il calore della terra.
Perché i bianchi?
I vitigni bianchi sono caratteristici della zona, inoltre Julian né è un amante e ha così deciso di voler centrare la produzione della cantina sui bianchi.
Le varietà minoritarie introdotte donano delle sfumature speciali ai vini, che li rendono unici e inconfondibili in una degustazione.
Nonostante non sia un amante del afrutado, questa cantina merita una menzione in quanto questo vino non è il classico comune dolce estivo.
L’afrutado de La Haya è un semi-secco, presenta intensità a frutta bianca, fiori e vaniglia.
In bocca l’acidità bilancia il residuo zuccherino del vino, per cui risulterà abboccato senza essere dolce e stucchevole.
Altro particolare è l’orange, un bianco che viene posto a fermentare sulle bucce, come se fosse un rosso, e fermentato a bassa temperatura per 15 giorni.
La bassa temperatura consente una fermentazione controllata con rilascio di componenti aromatiche.
Presenta un colore dorato, l’ossidazione che si può apprezzare è data dalla macerazione, ma non lasciatevi ingannare, in fase olfattiva sarà presente un bouquet più complesso in cui troveremo le classiche note del Listàn con aggiunta di frutta secca e spezie, si può definire l’orange come un bianco con l’anima di un rosso.
Lucia Montalbano

