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    Ma quando vado in pensione?

    Pensione tra Italia e Spagna: regole, cumulo contributivo e scenari reali.

    Non c’è dubbio che molte persone aspettano la data del pensionamento come un positivo cambio di vita, ovvero il recupero del proprio tempo libero. 

    Pertanto, ecco sorgere la domanda fatidica: Ma quando vado in pensione?

    La regola generale dice che, in Italia, si va in pensione all’età di 67 anni e con un minimo di venti anni di contributi versati. 

    Tutto qui? 

    No, perché si può chiedere la pensione anticipata se si hanno versati contributi per 42 anni e 10 mesi. 

    Oppure, se si ha lavorato più di 35 anni e la somma di questi con la propria età anagrafica supera l’indice 103. 

    Inoltre, possono esistere pensioni anticipate per lavori logoranti, per intervenuta disabilità o per accordi con imprese in caso di licenziamenti collettivi. 


    Occorre far presente che i valori sopra indicati non sono assoluti, ma legati ad alcuni parametri e che la materia è in continua revisione per il deficit dell’INPS. 

    L’unica realtà certa è che, con l’avvicinarsi all’età del pensionamento, gli Enti previdenziali sapranno dare una data sempre più precisa.

    Questa situazione dell’Italia è diversa nella forma, ma similare nella sostanza a quella degli altri Paesi Europei: tutti hanno lo stesso problema di deficit del proprio sistema previdenziale e tutti stanno spostando in avanti l’età del pensionamento. 

    Parlando di Stati diversi, sorge un dubbio che crea una certa ansia ai nostri connazionali che vivono in Spagna: molti si sono trasferiti in età adulta, dopo avere lavorato degli anni in Italia. 

    Che succede ai contributi versati all’INPS? 

    Quando andranno in pensione e quale dei due Stati la pagherà? 

    È tutto molto complesso per potere dare una risposta unica e precisa, però cerchiamo di dare alcune informazioni, avvertendo che, i continui cambi legislativi, possono rendere poco precisa questa esposizione.

    La regola generale in Spagna fissa l’età pensionabile, fra i 66 e i 67 anni di età in base alla data di nascita, con un minimo di 15 anni di contributi versati. 

    Ovviamente, anche in Spagna, esistono le pensioni anticipate: la più classica è la pensione a 65 anni con 38 anni e 3 mesi di contributi versati. 

    Per chi ha lavorato nei due Paesi, si creano diverse situazioni che cerchiamo di classificare:

    Superamento di uno o dei due minimi: chi ha versato contributi per più di 20 anni in Italia e/o per più di 15 in Spagna, riceverà due pensioni indipendenti, una dall’Italia e l’altra dalla Spagna, in entrambi i Paesi, dalla data che gli corrisponde in ognuno. 

    Ogni Paese effettuerà il calcolo dell’importo della sua pensione, in rapporto con i contributi versati.

    Superamento del minimo per mezzo del cumulo: chi non ha versato contributi superiori ai minimi, ovvero, meno di 20 anni in Italia e meno di 15 in Spagna, ma la somma dei due glielo consente, potrà richiedere una pensione cumulativa. 

    Ad esempio, se ha lavorato 6 anni in Italia e 12 in Spagna per un totale di 18, potrà presentare la richiesta solo alla Spagna, giacché il minimo italiano è di 20 anni. 

    Riceverà una pensione unica, pagata dalla Spagna e alla data di pensionamento spagnolo. 

    Se, invece, avesse lavorato 10 anni in Italia e 12 in Spagna, superando la soglia italiana dei 20 anni, potrà scegliere a quale dei due Stati richiedere la pensione unica. 

    Ogni Paese effettuerà il calcolo dell’importo della sua pensione, in rapporto con i contributi versati.

    Mancato superamenti dei minimi: se il lavoratore, cumulandoli, non raggiunge la soglia minima prevista nei Paesi in cui ha lavorato almeno un anno, non avrà diritto ad una pensione.

    Pensioni anticipate: Per acquisire il diritto a pensioni anticipate, è possibile cumulare gli anni lavorati nei due Paesi. 

    Sembra dare ai cittadini emigrati le stesse possibilità di chi non lo ha fatto, ma, nella pratica, non è così. 

    Prendiamo un lavoratore di 63 anni, che vive in Spagna e che ha versato 20 anni in questo Paese e 20 in Italia. 

    Raggiungendo quota 103, potrà richiedere la pensione anticipata all’Italia ma non alla Spagna, che non possiede questa agevolazione. 

    Pertanto, non potrà più lavorare e dovrà vivere con mezza pensione, quella italiana sui 20 anni di contributi versati, in attesa di raggiungere l’età per avere diritto alla pensione spagnola.

    Giovanni Comoli

     

     

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