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    La figura incappucciata di Teno Alto 

    Foto di Cristiano Collina

    Questo mese l’Arca del Mistero si arrampica lungo le creste ventose del Macizo de Teno, nel cuore remoto dell’omonimo parco rurale, dove tra i sentieri di pietra e le terrazze abbandonate si racconta da decenni la storia inquietante della Figura Incappucciata di Teno Alto.

    I primi resoconti moderni risalgono al 1952, quando due pastori — i fratelli Agustín e Teófilo Morales — affermarono di aver visto, al crepuscolo, una figura alta e coperta da un manto scuro muoversi lentamente tra le nieblas che coprivano le vette. 

    Secondo la loro descrizione, la figura non lasciava impronte, né rumore al suo passaggio, e scomparve dietro una loma come inghiottita dalla roccia. 

    Nonostante lo scetticismo iniziale, episodi simili si moltiplicarono tra gli anni ‘60 e ‘80, coinvolgendo escursionisti, contadini e persino militari in pattugliamento.

    Nel 1974, un gruppo di studenti dell’università di La Laguna, impegnati in una ricerca di etnobotanica, registrarono un episodio sorprendente. 

    Durante una notte di campo nelle vicinanze di Los Bailaderos, uno di loro, Manuel Artiles, raccontò di aver visto a pochi metri dal bivacco una figura alta almeno due metri, con un mantello nero e un cappuccio a punta, immobile come una statua. 

    La creatura — così la definì — rimase a fissarlo in silenzio per oltre tre minuti prima di svanire nel nulla, senza suono né traccia.

    Ciò che rende questo fenomeno ancora più inspiegabile è la ricorrenza temporale. 

    La maggior parte degli avvistamenti si concentra tra il 21 ottobre e il 2 novembre, periodo coincidente con le celebrazioni dei defunti e, curiosamente, con le vecchie festività guanche legate al passaggio tra mondi. 


    Alcuni studiosi, come l’archeologa Dolores Hernández León, ipotizzano che la figura possa avere un’origine simbolica legata ai rituali di passaggio delle antiche culture preispaniche. 

    Non è escluso che si tratti di una memoria spirituale collettiva che prende forma nei momenti in cui il confine tra vita e morte si assottiglia.

    Nel 1999, un video amatoriale girato da una coppia di turisti tedeschi mostrò una sagoma scura e apparentemente umanoide attraversare un pendio a una velocità innaturale, controvento. 

    Il filmato, analizzato dal gruppo di ricerca parapsicologica “Horizonte Umbral” di Gran Canaria, fu ritenuto autentico ma “non conclusivo”. 

    Nessuna manipolazione fu trovata, ma la distanza rendeva difficile stabilire dettagli definitivi.

    Più recentemente, nel 2017, una guida escursionistica locale, Naira Domínguez, riportò un nuovo incontro. 

    Descrisse un’entità vestita di nero, che sembrava “fluttuare” sul sentiero de El Baracán, in pieno giorno e con visibilità ottima. 

    A suo dire, la figura emanava un senso di gelo fisico e mentale. 

    Il GPS del suo telefono, quel giorno, perse completamente il segnale per circa sette minuti.

    Le teorie si sprecano: spettro rituale, entità interdimensionale, allucinazione collettiva, persino presenza extraterrestre. 

    Tuttavia, nessuna spiegazione scientifica è riuscita finora a decifrare l’enigma. 

    L’assenza di tracce concrete, unita alla ripetitività e coerenza delle testimonianze, alimenta il mistero e la credenza popolare.

    La Figura Incappucciata di Teno Alto resta un guardiano silenzioso di un mondo invisibile, che veglia dalle alture ancestrali dell’isola. 

    Forse un monito antico, forse una presenza che ci ricorda che non tutto ciò che abita la montagna può essere spiegato con la logica. 

    Per chi cammina quei sentieri solitari, un avvertimento: a Teno, il silenzio può avere occhi.

    Loris Scroffernecher

     

     

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