
Mappe, corrispondenza e cronache storiche rivelano il cambiamento della terminologia dell’arcipelago.
Sapete come i Guanches, i Bimbaches e le altre tribù dell’isola chiamavano la loro terra?
E perché questo nome è stato cambiato in quelli attuali?
Questa è la storia secondo diversi scritti e documenti storici, tra cui spiccano le cronache della Conquista di Le Canarien.
Tenerife
La più grande dell’arcipelago conserva nel nome parte del suo fascino aborigeno.
Tenerife deriva dal nome dato all’isola dai Palmeros: nella loro lingua significa “montagna innevata”.
Ma come si chiamava prima?
Secondo alcuni scritti, tra cui quelli di Leonardo Torriani, gli abitanti aborigeni si riferivano a Tenerife come “Achinech”, anche se nei documenti si trovano alcune varianti come Chinet o Chinec.
Ma la cartografia storica rivela altri possibili nomi per l’isola, il più popolare oggi è Nivaria, traduzione del testo che Plinio il Vecchio dedicò all’arcipelago.
Inoltre, esiste un altro nome ancora noto: Isla del Infierno (Isola dell’Inferno).
Gli aborigeni di Tenerife sono conosciuti come i Guanci.
Gran Canaria
Conserva parte di uno dei suoi antichi nomi.
Secondo il racconto di Plinio il Vecchio, il primo nome dato all’isola fu Canaria “per il numero di enormi canne o sassi”.
Poco dopo, in un tentativo di conquista franco-normanna respinto dagli indigeni, le fu dato l’aggettivo Grande.
È nella cronaca di quella conquista, chiamata Le Canarien, che appare per la prima volta il nome Gran Canaria.
Nel frattempo, nella lingua degli aborigeni, l’isola era chiamata Tamaran.
Fuerteventura
Il nome dato alla popolazione dell’isola, che coincide anche con quello degli aborigeni di Lanzarote, è quello di mahos o majos.
Da questo termine deriva non solo il nome che oggi si usa per i suoi abitanti, majoreros, ma anche parte del nome della terra: Maxorata.
Tuttavia, in alcuni scritti dell’epoca, Fuerteventura viene anche chiamata Erbania.
Intanto, il nome attuale deriva da quello dato dagli antichi navigatori, le cui mappe indicavano l’isola come “Gran Afortunada” (Grande Fortunata) o, in altre parole, Forte Ventura.
Lanzarote
I majos chiamavano l’isola Tite-Roy-Gatra, che significa Las Coloradas Lomas (le colline rossastre) per il colore rossastro del paesaggio.
Il cambio di nome ha una delle storie più curiose: Lanzarote deve il suo nome al marinaio genovese Lancelotto Malocello, uno dei primi esploratori dell’isola.
La Gomera
Pochi cambiamenti in questo caso dall’epoca aborigena a oggi.
È cambiato solo un articolo: Era antes Gomera.
Alcuni studiosi della storia dell’arcipelago indicano l’origine berbera di questo nome: la Gmara, poi spagnolizzata.
La Palma
Benahoare è il nome dato all’isola dai suoi stessi abitanti, che significa “la mia terra”.
Esistono diverse ipotesi sull’attuale denominazione, la più diffusa è che il nome le sia stato attribuito da viaggiatori e marinai che transitavano nella zona per alludere alla sua vegetazione.
Tuttavia, poiché a La Palma non si registrano molte specie specifiche legate a questo termine, si sostiene anche che questo nome sia una derivazione di quello dato da Plinio il Vecchio, Planaria.
El Hierro
Il nome attuale dell’isola appare per la prima volta sulle mappe e sulle carte geografiche della metà del XIV secolo utilizzate da viaggiatori e navigatori maiorchini, castigliani, italiani e portoghesi per percorrere l’arcipelago, commerciando le poche ricchezze che le isole possedevano e, soprattutto, catturando i loro nativi per venderli come schiavi nei mercati di Siviglia e Valencia, principalmente.
Ma in queste mappe appare solo con il nome di Fero, che viene interpretato come l’errata grafia di Ferro.
La prima iscrizione in cui compare con l’etimo latino “ferrum” è in Le Canarien, nel 1402, con tre varianti francesi: Fer, Fair e Ferre.
I primi abitanti, i Bimbache, chiamavano la loro terra Eseró.
La Graciosa
Non ha un nome aborigeno, poiché non è mai stata abitata.
Tuttavia, il suo nome attuale risale a prima della conquista: sulle mappe e sulle carte dei viaggiatori che frequentavano l’isola nel XIV secolo, l’isola è indicata come “graciosísima a la vista” (graziosissima alla vista).
Bina Bianchini

