È normale che molti genitori scelgano di condividere un conto bancario con i propri figli prima che questi raggiungano l’indipendenza finanziaria, per aiutarli a gestire il proprio denaro in modo consapevole.
Sebbene non sia vietato né illegale, farlo potrebbe destare sospetti presso l’Agenzia delle Entrate se si verificano determinate condizioni.
Va ricordato che le banche sono tenute a informare il fisco quando rilevano comportamenti sospetti per prevenire frodi fiscali, ad esempio donazioni occulte.
Per questo motivo, in base alla legge 29/1987 sull’imposta di successione e donazione e alla legge generale tributaria, il fisco può sanzionarci per aver condiviso il conto con nostro figlio se ritiene che vi siano indizi di reato e/o donazioni fraudolente, poiché può ritenere che sia stato effettuato un trasferimento patrimoniale non dichiarato.
Ciò si verrebbe a verificare, ad esempio, quando nostro figlio utilizza il denaro che noi, in qualità di genitori, abbiamo versato su un conto condiviso senza formalizzare un prestito a tal fine.
“L’ignoranza delle leggi non esime dal loro rispetto”.
In questo modo commetteremmo un reato fiscale senza rendercene conto, il che potrebbe comportare gravi conseguenze economiche, poiché il Codice Civile stabilisce all’articolo 6.1 che l’ignoranza della legge non esime dal suo rispetto.
In linea di massima, la legge sull’imposta di successione e donazione stabilisce che si ha trasmissione a titolo oneroso quando il patrimonio di una persona diminuisce mentre quello dei suoi figli aumenta in modo correlato.
Sarà proprio questo che indurrà il fisco a considerare che si tratta di una donazione occulta, dato che quel denaro non è stato tassato, e potrà avviare una liquidazione per donazione se lo ritiene opportuno.
In questo modo, anche se padre e figlio sono entrambi titolari del conto condiviso, se il genitore versa denaro e il discendente lo utilizza liberamente senza che esista un prestito formalizzato, l’Agenzia delle Entrate potrebbe considerare che si tratta proprio di una donazione fraudolenta.
Secondo la normativa prevista per questi casi, per dichiarare tale denaro come donazione è necessario presentare il modulo 651 alla comunità autonoma competente.
Sanzioni per aver infranto la legge
Pertanto, il fatto che padre e figlio condividano un conto bancario non è di per sé un reato, lo sarebbe invece il fatto che il trasferimento di patrimonio fosse considerato una donazione non dichiarata, potendo quindi essere applicata una sanzione economica che oscillerebbe tra il 50% e il 150% dell’importo evaso a seconda del grado di occultamento o intenzionalità.
In questo modo, nel caso in cui un discendente utilizzi ingenti somme di denaro dal conto condiviso senza giustificarlo come prestito o donazione, il fisco potrebbe esigere il pagamento dell’imposta corrispondente e aggiungere gli interessi per non averlo fatto correttamente sin dall’inizio.
In totale, la sanzione potrebbe raggiungere i 3.000 euro per casi compresi tra 5.000 e 6.000 euro, ad esempio.
Franco Leonardi

