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    “Essere sindaci è essere parte della vita sociale che il municipio ha”: Francisco Linares

    Il sindaco dell’Orotava Francisco Linares

    Intervista al sindaco de La Orotava.

    Durante questi giorni di feste natalizie in molti abbiamo visitato La Orotava, il comune più grande per estensione dell’isola di Tenerife. La Nobile e Leale città di La Orotava ottiene tale titolo, separandosi così da La Laguna, nel 1680. Il titolo originale perduto in un incendio, venne ridato posteriormente dal re Alfonso XIII ed oggi è esposto nella sala eventi del comune.

    Un comune che nei suoi corridoi espone sofà e poltroncine dei secoli passati. Autentici divani del 1600 dove sedersi perché il patrimonio di La Orotava è per tutti, si tiene in ordine ed educatamente e rispettosamente si vive.

    Abbiamo deciso di conoscere qual è il segreto del successo di La Orotava, il comune che non è nato per il turismo ma che incanta i turisti, e abbiamo deciso di farlo direttamente dalla voce del suo orgoglioso sindaco: Francisco Linares.

    Il sindaco che da un sondaggio, è risultato essere il più popolare, conosciuto per nome e cognome e riconosciuto per strada dal 100% di cittadini e turisti. In politica dal 1995, Linares è sindaco dal 2015 con maggioranza assoluta del suo partito Coalicion Canaria.   

    Di solito i sindaci mantengono per sé la delega ai lavori pubblici, alle infrastrutture, al personale. Invece qui assistiamo a qualcosa di inusuale, anomalo, sindaco lei  mantiene le deleghe di cultura e scuola. Non è solo per il ruolo di professore che ha esercitato? Ê vocazione?

    “È una filosofia di vita politica. Educazione formazione e cultura sono le tre parole vincenti di un progetto che vede ogni anno investiti più di 3 milioni di euro in politiche giovanili, sport e cultura.  Credo fortissimamente nella trasmissione culturale come progresso di un intero popolo. Non ho queste deleghe perché sono professore, ma perché credo nella filosofia della vita politica e questa si da fomentando la cultura in ogni suo aspetto. L’asfalto si fa, le strade si fanno ma la cultura ha bisogno di essere coltivata. Il dovere politico è fomentarla perché è quello che noi lasciamo alle generazioni future. La cultura è il substrato necessario, è ciò che marca la linea amministrativa. Una gestione amministrativa è una filosofia di vita che si trasmette con rispetto alla propria storia e all’ingegno umano”.

    Può essere esportabile in altre zone di Tenerife il modello Orotava come custode della storia?

    “È difficile esportare l’essenza di La Orotava, l’essenza villera. La Orotava è un sentimento e i sentimenti non si esportano, o si ama o no. Tenerife è identificata con le parole di sole e spiaggia ma ha storia e l’obbligo nostro è quello di conoscerla, di non dimenticarla, di tramandarla e a La Orotava si respira “canarietà”. Con un programma accademico culturale i bambini conoscono il nostro patrimonio artistico e paesaggistico che è storia viva, non solo la cueva di Bencomo ma anche l’archeologia urbana di epoca più recente. La Orotava ha eventi che la rendono universale come il Corpus Christi o la romeria, non è facile trasmettere il sentimento. Il rischio di confondere la romeria con una sfilata di carnevale c’è se il substrato non è la convinzione delle proprie tradizioni.


    Crede possibile una alleanza dei comuni del nord dell’isola, come si suggerisce ultimamente per avere più peso politico?

    “No, non lo credo, siamo uniti per le cause grandi, ci mobilitiamo in unione per le cause comuni, ma la differenza geografica, le caratteristiche peculiari di ciascuna cittadina non permettono un’unica linea condivisa per la gestione amministrativa. Il nord ha diversità tra le proprie cittadine, non basta dire che si è uguali in quanto diversi dal sud. Attuiamo insieme per le misure urgenti di carattere generale ma non possiamo avere un modello politico di distretto. Possiamo essere complementari, ma non sintetizzabili in un unico criterio valido per la maggioranza dei comuni a cui i piccoli devono poi adattarsi”.

    Una occasione di gestione comune poteva essere quella inerente al rigetto del PRUG del Teide. A che punto è la fase del progetto e che ne è stato delle 50 ammende presentate per bloccare il progetto?

    “Il progetto è bloccato, ma quello che chiediamo è il rigetto totale. Si deve rifare tutto partendo dalla convocazione delle parti interessate e di chi da sempre ha vissuto il parco nazionale del Teide. La Orotava ha detto ciò che tutti pensavano ma nessuno osava dirlo: il prug presentato è sbagliato. Non si può pensare di gestire qualcosa imponendolo, come non si può proibire l’accesso al Teide che è la vita e la storia di un popolo. Il comune di La Orotava spende 5 milioni per la manutenzione dei servizi del Teide, solo La Orotava, senza nessun contributo. E questo va benissimo, siamo responsabili, ma il Teide alle 18:00 di ogni giorno è abbandonato a se stesso. Abbiamo rimarcato più volte l’esigenza di ripristinare il quartiere della guardia civil al Teide. C’era, bisogna che ritorni. Il parco non può essere lasciato senza protezione ed è anche questo che danneggia la natura del parco. È  anche giusto che chi lo visita contribuisca, seppure con con una cifra simbolica di 1 euro, al suo mantenimento. Come accade in altre realtà simili nel mondo.

    La candidatura al terzo mandato arriva dopo l’assoluzione di un processo durato 12 anni, (abuso di ufficio per il rinnovo di un contratto al servizio Grua). Chiunque avrebbe abbandonato la politica o approfittato per una pausa. Il fatto curioso della sua esperienza politica è però la costante rinuncia  alla candidatura al governo o al parlamento di Tenerife, nonostante il modello Orotava sia un modello vincente, nonostante il successo che ha ottenuto in passato e che ha nel presente, nonostante l’assoluzione, nonostante la volontà di fare politica. Manca l’erede o non crede in Tenerife?

    “In venti pagine di informe era scritto chiaramente che l’operato, per il quale ero sotto processo, era corretto sotto tutti i punti di vista. La giustizia ha impiegato 12 anni a dichiararlo. Fa male, Ma non si abbandona per questo la politica. Credo nella politica, nella onesta politica e ho speranza nella buona politica. Tentare di ostacolare la vita politica con la giustizia è un errore.  Vivere 12 anni con la spada di Damocle sulla testa è veramente difficile e fa male. Ma La Orotava crede nella democrazia, è una cittadina che ha un’alta percentuale di partecipazione elettorale. Alle consultazioni ha sempre votato più dell’80% degli aventi diritto. La democrazia è ben vissuta. Credo che il modello Orotava non sia esportabile,  però non escludo la possibilità di partecipare con una candidatura che mi permetta di continuare ad essere sindaco e contribuire nella politica di Tenerife. Il progetto per La Orotava iniziato dieci anni fa non è finito. La pandemia ha rallentato le cose e sento viva la responsabilità di concluderlo.

    Sta prendendo in considerazione candidarsi nella lista per il parlamento di Tenerife?

    Sì sto valutando questa opportunità. Non abbandono la politica insulare, non la apparto. Il gruppo intero di Coalicion Canaria di La Orotava mi ha chiesto di candidarmi nuovamente a sindaco e io sono disciplinato nel vivere una responsabilità: mi sento parte della vita sociale di questo municipio al servizio della vita sociale di questo municipio. Io gestisco direttamente la mia rete sociale. Non me la gestisce un manager o esperto in pubbliche relazioni sono io quello che risponde su facebook, su twitter e rispondo ad ogni messaggio. Devo essere presente per il cittadino. Bisogna normalizzare la vita politica, non allontanarla, ma renderla sempre più partecipativa e normale.

    (NdR) Scoop interessante quello della probabile candidatura perché qualche equilibrio potrebbe cambiare. Aspettiamo maggio.

    Giovanna Lenti

     

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