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    La “diaspora” delle mummie guanches

    Mummia guanche museo santa_cruzLe mummie guanches sono sempre un’attrazione di per sé, e di tanto in tanto tornano alla ribalta.

    Sia perché ci sono nuove ricerche che le esplorano in profondità e che si riflettono in libri, documentari o informazioni giornalistiche, sia perché sorgono richieste di riportare in vita quelle che furono saccheggiate all’epoca e portate oltre l’arcipelago, in particolare quella conservata nel Museo Archeologico Nazionale (MAN), a Madrid.

    Si tratta dell’esemplare meglio conservato e una sua replica presidia il nuovo modulo dell’area del Mondo Funerario Guanches del Museo di Archeologia e Natura (MUNA) di Santa Cruz de Tenerife, dedicato proprio alle mummie rinvenute al di fuori dell’isola, che sono in tutto 14 e di cui si hanno testimonianze certe, anche se si sa che ce ne sono altre, ma non se ne conosce l’ubicazione.

    La copia esatta della mummia MAN, presentata dall’Assessore ai Musei del Cabildo di Tenerife, Concepción Rivero, e dal Direttore del Museo Archeologico e dell’Istituto Canario di Bioantropologia, Conrado Rodríguez-Maffiotte, funge da magnifico esempio del sistema di mummificazione aborigeno, noto come “mirlado”, che non ha nulla da invidiare alle tecniche egizie in questo campo.

    La mummia originale che il MAN custodisce dal 2015 – precedentemente conservata nel Museo Nazionale di Antropologia – è stata rinvenuta nella seconda metà del XVIII secolo in una grotta sepolcrale a Barranco de Herques (o Erques), situata tra i comuni di Güímar e Fasnia, e che fu un dono al re Carlo III, è il più noto degli esemplari presenti all’esterno.

    Questo esemplare – un maschio di oltre 30 anni, vecchio di oltre otto secoli e mezzo, datato, secondo gli studi effettuati, tra il 1154 e il 1260 d.C. – è la punta di diamante delle rivendicazioni dell’isola, le cui richieste di “ritorno a casa” risalgono al 1976.

    Il Cabildo di Tenerife ha chiesto senza successo la sua restituzione in sette occasioni.

    L’ultima, nel 2021, in una richiesta congiunta con il governo delle Isole Canarie.

    La Corporación insular ritiene che, in questo caso, non ci sia “alcuna giustificazione” per non restituirla e ritiene che si tratti semplicemente di una questione di “buona volontà”.


    È difficile sapere quante mummie guanches esistano attualmente lontano dalle Isole Canarie, dato che è praticamente impossibile determinare con certezza il numero di esemplari mummificati della popolazione aborigena che furono portati in altri luoghi al di fuori di Tenerife (l’isola dell’arcipelago in cui il fenomeno della mummificazione era più avanzato).

    Molti di essi sono finiti in istituzioni museali o collezioni private, che poi sono finite in tali centri, e hanno anche subito varie vicissitudini nel corso della storia, come guerre mondiali e altri tipi di disgrazie.

    All’inizio di questo secolo, due esemplari sono stati riportati a Tenerife dal Museo di Scienze Naturali di Necochea (Argentina) e tre, nel 2011, dal Museo Reverte (Scuola di Medicina Legale dell’Università Complutense di Madrid).

    Si sa anche che altre mummie di aborigeni guanches sono state conservate in altri centri, come le Facoltà di Medicina di Montpellier (Francia) e Ginevra (Svizzera), ma non si sa dove si trovino, e anche nella stessa Necochea, di cui non si conosce la sorte di un’altra mummia che fu portata in Argentina alla fine del XIX secolo, insieme alle due che furono riportate a Tenerife nel 2003.

    Per quanto riguarda le istituzioni culturali e scientifiche che attualmente conservano mummie guanches, in esposizione o in deposito, a parte quella già citata che si trova nel Museo Archeologico di Madrid, Il Museo di Etnologia e Archeologia dell’Università di Cambridge (Regno Unito) possiede un altro magnifico esemplare di mummia guanches, che fu portato nella Perfida Albione nel 1722, anche se non si conosce la sua esatta ubicazione sull’isola di Tenerife, secondo un articolo di Conrado Rodríguez-Maffiotte.

    L’Institut für Zoologie und Anthropologie Georg-August-Universität-Göttingen (Germania) possiede dal 1803 una mummia di Tenerife, depositata dal ricercatore tedesco Johann-Friedrich-Blumembach, che la acquisì sull’isola durante un viaggio scientifico.

    Nelle vicinanze di questo luogo, nel Naturhistorisches Museum Wien (Austria), si trova un’altra mummia, di cui però non si hanno molte informazioni.

    In Russia, la Kunstkámera di San Pietroburgo possiede una mummia guanches completa e ben conservata, regalata nel 1808, e i resti frammentari di un’altra mummia.

    Il Musée de l’Homme (Trocadero, Parigi, Francia) è l’istituzione museale al di fuori delle Isole con il maggior numero di reperti appartenenti alle culture preispaniche delle Canarie, depositati dal famoso antropologo francese René Verneau alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo.

    Spiccano le sei mummie di Tenerife. “Con i cambiamenti dei regolamenti dei musei francesi e il trasferimento delle loro collezioni all’inizio di questo secolo, sono stati spostati dal Museé de l’Homme e non ne sappiamo più nulla”, spiega il direttore archeologico del MUNA.

    Al di fuori dell’Europa, il Redpath Museum della McGill University di Montreal (Canada) conserva una mummia rinvenuta a Barranco de Santos, a Santa Cruz de Tenerife, portata lì dal medico e antiquario britannico E. I. Lambert nel 1892.

    È in pessimo stato di conservazione e la sua cronologia (utilizzando il carbonio-14) è stimata intorno al VII secolo d.C.”, afferma Rodríguez-Maffiotte.

    L’ultima istituzione nota per aver conservato una mummia guanches è il Museo Montané dell’Avana (Cuba).

    Si tratta di un esemplare completo, un maschio di età compresa tra i 30 e i 35 anni, che era stato catalogato come i resti di un minatore peruviano precolombiano.

    Secondo le informazioni fornite da una agenzia di stampa nel marzo di quest’anno, la ricercatrice Dolores Delgado, membro dell’Istituto di studi scientifici sulle mummie (IECIM), ha preso la decisione di classificarla come mummia aborigena.

    Alberto Moroni

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