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    Le case di El Caletón a La Matanza, ancora una volta in pericolo

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    Foto da consejeradeviajes.com

    Le case del villaggio di El Caletón, a La Matanza de Acentejo, sono di nuovo sotto i riflettori con l’avanzamento del Piano Speciale per il Paesaggio Protetto di Costa de Acentejo redatto dal Cabildo di Tenerife.

    Il documento, che sarà esposto al pubblico fino alla fine del mese, include la proposta della Direzione per la Sostenibilità Costiera e Marina di demolire gli edifici per ripristinare parte del litorale.
    L’intenzione non è nuova, risale a più di un decennio e mezzo fa e da allora è rimasta paralizzata dall’incertezza che comporta per gli abitanti della zona, 81 nel 2021, secondo il Piano.
    Un numero di abitanti che aumenta nei periodi estivi e di vacanza a causa dell’utilizzo di alcuni edifici come seconde case e dell’afflusso di persone che vengono a godersi le zone balneari nonostante alcune di esse siano sconsigliate per la loro pericolosità, come nel caso del Charco de los Azulejitos o del Charco del Chocho.
    Tuttavia si tratta di un passo avanti che prevede due alternative per organizzare la zona, molto frammentata e con costruzioni eterogenee, e per cercare di recuperare il paesaggio costiero.
    Pertanto, la strada da percorrere è ancora lunga e occorre raggiungere un consenso con i consigli comunali, che hanno molto da dire in materia.
    Nel caso di El Caletón, non è facile, in quanto si tratta di un nucleo con un’ampia varietà di edifici all’interno del paesaggio protetto, la maggior parte dei quali è stata costruita all’epoca senza permesso di costruire.
    Nel corso del tempo, il Comune ha fornito diversi servizi, anche se mancano ancora altri servizi di base, come le fognature, la cui mancanza porta a una conseguenza importante: lo scarico di acque reflue non trattate direttamente in mare, come si legge nel documento.
    Il piano prevede due alternative per organizzare l’area e preservarne i valori paesaggistici e ambientali.
    La differenza più significativa è che la prima propone l’esproprio nell’interesse sociale e la conseguente demolizione di un totale di 98 abitazioni, mentre la seconda, per salvaguardarne il maggior numero possibile, ne elimina solo 32, quelle che non consentono di tracciare un buon percorso alternativo.
    Entrambe le opzioni prevedono anche una passeggiata lungo la linea delle case da demolire, rispettando l’allineamento del Demanio Marittimo Terrestre e ottemperando alla Legge sull’Accessibilità e la Soppressione delle Barriere Fisiche delle Isole Canarie per itinerari adattati, la creazione di tre punti panoramici e aree paesaggistiche lungo il percorso.
    Il primo prevede l’accesso al lungomare tramite scale, situate in tre punti del percorso, la creazione di un’area di servizio per le imbarcazioni e gli utenti della spiaggia, la riasfaltatura e il ripristino della strada di accesso alle due aree principali e un parcheggio di superficie con una capacità di 40 posti auto.
    Il secondo prevede anche una passeggiata aperta sul mare, che per la maggior parte della sua lunghezza dovrebbe essere continua, accessibile e adattata, per quanto possibile, alla topografia esistente e il cui accesso per le persone a mobilità ridotta sarebbe garantito dalla presenza di rampe con pendenze longitudinali.
    Un’alternativa prevede anche tre punti panoramici, ma due di essi avrebbero una zona sopraelevata per contemplare il paesaggio costiero.
    Inoltre, si propone un vicolo cieco alla fine della strada nel centro del paese stesso, per consentire ai veicoli che arrivano nella zona di svoltare e uscire, il rinforzo del manto stradale e un’area di parcheggio adiacente alla strada di accesso a El Caletón con circa 32 posti auto.
    L’assessore all’Urbanistica e alle Coste, Miguel Ángel Pérez Pío, si sta adoperando affinché il documento vada in porto e l’intera zona della Costa de Acentejo “cessi di trovarsi in un limbo urbanistico”.
    In questo senso, sostiene che ci sono punti del documento con cui il Consiglio è d’accordo, “ma non al 100%” perché le sue proposte riguardanti la costa del comune “sono ancora più ampie”.
    Pérez Pío riconosce che sia il Cabildo che il Comune “possono fare poco” in questo caso perché l’amministrazione competente è Costas, “e sa qual è la nostra proposta”.
    Siamo consapevoli che la delimitazione in vigore è quella che dovrebbe prevalere e che El Caletón dovrebbe essere dichiarato un nucleo urbano all’interno del Paraje Protegido o insediamento rurale, la figura urbanistica che meglio si adatta alla zona”.
    La seconda proposta del Cabildo è in linea con quella del Consiglio comunale.
    “La nostra posizione in questo caso è di demolire solo le case che sono di dominio pubblico, perché si tratta di un nucleo urbano precedente all’entrata in vigore della Legge Costiera nel 1988, e abbiamo accreditato che aveva i servizi urbani prima di allora”, dice l’assessore.
    L’assessore insiste sul fatto che si tratta di un passo avanti e che quindi è un percorso appena iniziato e in cui ogni amministrazione si sta ritraendo “e lo faremo anche noi”.
    “Nella nostra legittima difesa degli interessi del Comune, presenteremo una denuncia affinché non solo El Caletón, ma tutta la costa di La Matanza, che ha un’estensione di tre chilometri, venga migliorata”.

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