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    Su vaccini e Green Pass una battaglia combattuta senza esclusione di colpi sui social

    Dagli ultimi 17 mesi a cavallo tra 2020 e 2021, quando è scoppiata la pandemia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità non ha fatto altro che ammonire, profetizzare sventure e criticare il modus operandi dei governi.

    Sembra che, purtroppo per l’OMS (ma anche per noi), l’organizzazione non abbia mai fornito alcuna soluzione degna di nota ai problemi sanitari.

    Basti pensare che, a oltre un anno e mezzo dall’avvento del Covid, gli esperti dell’OMS non sono ancora riusciti a chiarire come si sia originato il virus che ha messo in ginocchio il mondo intero.

    Nel frattempo, ignorando questo e molto altro, c’è chi continua a fare crociate non appena si inizia a respirare un minimo ritorno alla normalità ormai dimenticata.

    Ormai viviamo in una società divisa in due fazioni, ciascuna in lotta con l’altra ritenuta biologicamente pericolosa, è la formula decisiva per lo scoppio di una guerra civile.

    Negli Stati Uniti, nella loro storia, lo hanno già vissuto… tuttavia, questa volta, non saranno le “solite” guerre civili degli Stati confederati a combattersi: l’istituzione appoggerà una parte della popolazione che produrrà pogrom e persecuzioni sull’altra.

    Quando la caccia al non vaccinato si aprirà, sapremo che la società mondiale andrà ad assomigliare più al Ruanda del 1994 che all’America della guerra civile dell’Ottocento o alla resistenza partigiana degli ultimi anni della II guerra mondiale.

    Ormai la gente inquisisce e domanda se siamo o meno vaccinati, quasi dipendesse da coloro che non si sono sottoposti ad inoculazione dell’Astra o dello Zeneca o gli altri, la loro sicurezza e la loro possibilità di vita.


    Già si inizia a far sussurrare che c’è un’ipotesi una vocina che l’aumento inevitabile in autunno del Covid sarà colpa dei non vaccinati.

    Altro che delazioni, altro che Anna Frank denunciata dai vicini di casa.

    Ci sarà la corsa a denunciare chi non vorrà farsi iniettare un siero che, buono o cattivo che sia, non può essere imposto senza che esista una oggettiva necessità di salute.

    Com’è che si cantava nel Barbiere di Siviglia?

    La calunnia è un venticello […]

    S’introduce destramente,

    E le teste ed i cervelli,

    E le teste ed i cervelli fa stordire,

    Fa stordire e fa gonfiar.

    Perché ricordatevi che adesso vi dicono che dovete vaccinarvi altrimenti si riempiranno gli ospedali e il sistema andrà in tilt, ma non aggiungono che il ricorso a una politica sanitaria dell’emergenza non può mai essere dipendente da una soggettiva analisi delle capacità ricettive del sistema sanitario, bensì dalla oggettiva letalità del virus. 

    Fiumi di parole, in Italia, fiumi di gente in altri paesi, per le proteste all’utilizzo dei green pass, e forse anche un’ipotesi di obbligo vaccinale.

    Gli animi si sono accesi, ma, a mio avviso, come fuochi fatui: insulti, minacce ed anche amicizie stracciate!

    Tornando all’oggetto del contendere, le posizioni di chi è favorevole al green pass obbligatorio e di chi è contrario, si naviga intorno a un punto: i vaccinati, oltre a essere protetti dai sintomi, sono anche “immuni”?

    Ovvero, possono contrarre e diffondere il virus, oppure no (o comunque, lo trasmettono con maggiore difficoltà e/o in forme attenuate)?

    A queste banali, infantili e scontate domande sarà dato onore ai posteri di trovare una risposta che possa soddisfare sia i no-vax che i pro-vax (anche se a onor del vero i pro-vax hanno più certezze nelle mani).

    I sostenitori della certificazione verde sostengono che vaccinarsi sia un atto di protezione non solo verso di sé ma anche e spesso soprattutto verso gli altri, abbiamo scoperto un’Italia e un italiano altruista da far svergognare perfino l’Onnipotente.

    Da qui scaturirebbe la necessità, in un momento tragico per le economie e la società, di limitare la libertà di movimento di chi scelga di non vaccinarsi.

    D’altro lato, i contrari al green pass obbligatorio ritengono che non ci siano prove sufficienti non solo a dimostrare che i vaccini limitano i contagi e conferiscono una qualche immunità, ma ipotesi ben peggiore, che addirittura siano pericolosi.

    Dunque, nella loro narrazione, limitare la libertà di movimento e di vita sociale di chi non si vaccina sarebbe una violazione dei diritti civili grave e ingiustificata.

    Ovviamente intorno a queste due posizioni esistono tantissime sfumature, come è inevitabile il rischio polarizzazione (non mancano le ipotesi complottiste o chi, dall’altro lato, sostiene che l’emergenza sanitaria giustifichi ogni mezzo anche contro la salute stessa, cioè il rischio valga la candela).

    I social network, ormai specchio di quanto si verifica a livello politico-sociale nel Paese, forniscono ulteriore testimonianza della disputa, molto spesso estremizzando le posizioni.

    Mi ritrovo molto in imbarazzo ad esprimere, come sempre faccio, un mio parere personale, ma sinceramente io scelgo soltanto per il mio corpo.

    Quello degli altri non è sotto la mia giurisdizione (per fortuna).

    Chi vuole si vaccini e chi non vuole venga lasciato in pace, qui non si parla di peste bubbonica, ma di un virus influenzale molto forte per alcuni e molto meno per altri.

    Qualcuno sui social ha scritto: “#NoGreenPass è segno di civiltà”.

    Io credo che anche se tutti si vaccinassero con l’acqua benedetta, il virus continuerebbe a circolare con la conseguenza che apparirebbe universalmente chiaro che la responsabilità della sua circolazione non dipende, come vorrebbero farci credere, dai non vaccinati.

    Questo conflitto tra vaccinati e non vaccinati che ha assunto le fattezze di una guerra di classe all’interno della stessa classe o se preferite di un nuovo scontro tra paria, i quali anziché lottare contro il blocco oligarchico in alto, guerreggiano tra loro (ecco la guerra tra disperati, sfigati, i veri leoni da tastiera).

    Da qualunque parte si osservi la vicenda non si può non parlare di una gigantesca operazione di falsificazione della verità.

    Bina Bianchini

     

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