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    Il governo delle Canarie rigetta il rimpatrio dei migranti

    L’esecutivo centrale (Spagna) ha annunciato la prossima ripresa dei rientri in Senegal, Mauritania o Marocco mentre il vicepresidente regionale, Román Rodríguez, assicura che “non possono essere rimpatriati” a causa dell’impatto della pandemia.

    Quasi 12.000 persone sono arrivate sulle coste delle Canarie quest’anno, circa 5000 solo in ottobre.

    Lo ha spiegato il vicepresidente regionale, Román Rodríguez, che ha assicurato che l’unica “risposta operativa” a questa nuova crisi migratoria, la terza in due decenni, è la massiccia dislocazione: “non possono essere rimpatriati in queste condizioni di impatto della pandemia”.

    D’altra parte, il delegato del governo delle Canarie, Anselmo Pestana, ha annunciato qualche giorno fa che i rientri in Senegal, in Mauritania o in Marocco riprenderanno presto, assicurando che “sembra logico che abbiamo in mano tutte le misure di una politica migratoria ragionevole e i rientri sono una parte anche se umanamente ci possono ferire (…) Lo Stato deve lavorare anche con queste misure”.

    Anche la commissione in cui Rodriguez è stato interrogato dall’opposizione ha lasciato una cifra deplorevole: almeno 450 persone sono morte o scomparse “in questi mesi” sulla rotta atlantica, dato confermato anche dal consigliere per gli affari europei che è coperto dalle cifre delle organizzazioni umanitarie.

    Da parte sua, l’opposizione ha messo in discussione la forza del governo, ed ha chiesto all’esecutivo  di Sanchez più azione e fermezza.

    Juan Manuel García Casañas, eurodeputato del PP, ha accusato “paesi come il nostro, che invece di attivare tutti i protocolli necessari per eliminare il problema alla radice, si dedicano a fare dichiarazioni di buone intenzioni permettendo alle mafie di giocare con le vite umane”.

    L’eurodeputato del CC Juan Manuel García Ramos si è unito alle critiche e ha suggerito la creazione di una guardia costiera nelle Isole Canarie simile a quella galiziana:


    “Dobbiamo mettere un po’ d’ordine, non solo aspettare un patto con l’UE”.

    A questo, ha aggiunto che in Galizia “si occupano e controllano queste frontiere marittime”. Dopo tutto, questo è ciò che Frontex sta per proporre (…)

    Quello che non possiamo fare è essere così ignoranti su quali siano i nostri confini marittimi”.

    In risposta ai dubbi dei gruppi dell’opposizione, Román Rodríguez ha assicurato che essi continuano a chiedere aiuto al governo centrale.

    Ha anche riconosciuto di avere “poca fiducia” nel nuovo Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo di cui si sta discutendo a Bruxelles in queste settimane perché la migrazione “occupa e preoccupa poco le società opulente”.

    dalla Redazione

     

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