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    L’ordine di blocco dei lavori permette la costruzione di solo un terzo dell’Hotel La Tejita

    La delibera di sospensione dei lavori di costruzione dell’Hotel La Tejita, emanata il 20 giugno, non riguarda tutti i lavori che fino ad allora erano stati effettuati nella zona, ma riduce a un terzo il progetto del complesso alberghiero se vengono mantenuti i limiti che hanno portato alla sospensione in vigore.

    Il direttore generale di Costa y Mar, Ana Oñoro Valenciano, ha determinato l’applicazione del provvedimento cautelare solo per “le opere che sono interessate dal fascicolo di revisione della demarcazione”, curando la delimitazione provvisoria del demanio pubblico marittimo-terrestre e la servitù di protezione di quattro pietre miliari in cemento.

    Da un lato, l’M-151.1 e l’M-152.1, mentre dall’altro sarebbero l’M-152.2 e l’M-153.1.

    Di conseguenza, solo un terzo della costruzione progettata e in corso da parte della società commerciale Construcción, Promoción y Derivados SA (Grupo Viqueira) nella zona di Costabella, sulla costa di Granadilla de Abona, potrà essere realizzata.

    Inoltre, secondo la società stessa, quasi tutte le costruzioni fino ad oggi sono interessate da questa misura.

    L’arresto si basa sulla proposta di delibera della Sottodirezione Generale del Demanio Pubblico Marittimo – l’organismo del Ministero per la Transizione Ecologica e Demografica – sul dossier di modifica del confine terrestre marittimo nel tratto tra l’urbanizzazione di Costabella e Punta del Bocinegro (comprende la spiaggia di La Tejita).

    Il 5 maggio ha istituito una servitù di protezione di 20 metri misurata nell’entroterra “dal limite inferiore della riva del mare”.

    Questa proposta riguarda 458 metri dal confine attuale, approvata il 25 novembre 2002.


    L’ordine di blocco dei lavori è stato impugnato davanti alla Camera di contenzioso-amministrativo dalla società che costruisce l’Hotel La Tejita.

    Con la totale sospensione dei lavori, lo scorso 26 giugno, si è conclusa anche l’azione di protesta sviluppata da due attivisti che si sono arrampicati sulle gru utilizzate per svolgere i lavori intorno alle sette del mattino del 16 giugno.

    Da allora, hanno assicurato che avrebbero lasciato l’occupazione solo quando il lavoro fosse stato interrotto, anche se hanno ritardato la loro discesa di un giorno, che è iniziata alle 17.30 del 27 giugno.

    Un’occupazione che è anche in attesa di una risoluzione giudiziaria.

    Fino a ieri pomeriggio, 156.152 persone hanno firmato la dichiarazione contro questo progetto attraverso la piattaforma digitale change.org, che nelle sue prime 24 ore (è stata aperta il 29 dicembre 2015) ha raccolto il sostegno di 7.000 firme.

    L’obiettivo finale degli avversari a questa costruzione è la difesa della spiaggia e dell’ambiente di La Tejita, che è protetto.

    Il Grupo Viqueira, promotore della costruzione e per il quale l’interruzione dei lavori è “manifestamente illegale”, è protetto dal fatto di avere tutti i permessi e le licenze obbligatorie.

    Al momento dell’interruzione dei lavori e riferita “all’impossibilità di realizzare il progetto autorizzato sulla base della concessione edilizia concessa dal Comune di Granadilla de Abona, datata 19 settembre 2017, nonché di altre autorizzazioni settoriali ottenute, tra cui quella dell’ente competente per la tutela dell’area di servitù del demanio pubblico marittimo-terrestre”.

    Il futuro di questo progetto è attualmente a scapito di diverse decisioni giudiziarie e della determinazione definitiva del confine marittimo-terrestre.

    Marco Bortolan

     

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