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    Tenerife, il 2018 si chiude con 5,8 milioni di turisti

    L’esercizio turistico del 2018 di Tenerife si chiude con cifre incoraggianti, come risulta dalle parole del ministro del Turismo Alberto Bernabé.

    Sebbene vi sia stato un aumento nel numero di arrivi, la concomitanza di diverse circostanze, quali la riduzione del periodo di soggiorno e l’aumento della concorrenza delle destinazioni alternative, ha provocato un calo della redditività degli hotel.

    Come ha spiegato Bernabé, il 2018 si chiuderà, secondo le stime, con 5,8 milioni di turisti, rispetto ai 5,7 milioni registrati l’anno precedente; esercizio quindi più che soddisfacente considerando tutte le situazioni geo-politiche, ma soprattutto un inverno intenso, con l’arrivo dei turisti spagnoli e tedeschi che bilanceranno la perdita subita a causa della Brexit.

    Alla fine quindi, afferma Bernabé, Tenerife per il 2018 vince ancora, superando i dati del 2017.

    Il fatto che gli alberghi abbiano perso un po’ di redditività mentre Tenerife guadagna turisti, è spiegabile da due fattori: un numero superiore di posti letto, che conseguentemente richiede un elevato numero di turisti per essere sfruttato a pieno, e la diminuzione della durata del soggiorno.

    Quindi il risultato, comunque eccezionale per l’isola, non è sufficiente a soddisfare parametri più elevati di occupazione posti letto.

    Il portavoce di Coalición Canaria (CC) presso il Cabildo ha sottolineato che con la riapertura delle mete turistiche in Turchia, gli albergatori si sono visti costretti inoltre ad abbassare i prezzi.

    Bernabé ha poi mostrato entusiasmo per la crescita del turista nazionale, cresciuto da gennaio a novembre del 7,3%, a fronte di una perdita di quello inglese pari al 2,5%; crescita anche per il mercato tedesco, francese, olandese, belga, irlandese e finlandese.


    Dopo la visita dell’ambasciatore inglese a Tenerife, sono sorte diverse domande circa il fenomeno Brexit, quali l’eventuale necessità di un visto o la possibilità per i voli di subire un rincaro pesante.

    L’ambasciatore, ha spiegato Bernabé, ha invitato alla calma, sottolineando che nel breve periodo non dovrebbero esserci cambiamenti.

    Anche solo una piccola conseguenza in un mercato così grande, può comportare un significativo impatto su Tenerife, che è visitata da circa 2,2 milioni di turisti britannici.

    Bernabé ha poi informato che i mercati emergenti come quello di Israele stanno andando molto bene, con una tendenza alla crescita, così come quello russo, benché non sia propriamente emergente; in calo i turisti italiani e in aumento quelli francesi.

    In ogni caso, conclude il Ministro, se inizialmente il 2018 pareva un anno pieno di dubbi e incertezze, ora ci si appresta alla sua chiusura con successo, pur con riduzioni di margine di profitto per la categoria alberghiera.

    Tenerife alla fine è una destinazione turistica che soddisfa di gran lunga le aspettative dei suoi visitatori, tanto che il 65% di essi valuta la propria esperienza di viaggio come migliore di quanto previsto e il 60,5% ripete la vacanza (percentuale che raggiunge il 75% nel caso del turismo britannico o del 70% nei mercati nordici).

    La quantità di attrazioni, la bellezza dei paesaggi, il clima e la gentilezza delle persone sono valori, del resto, che non si possono inventare, Brexit o meno.

    Magda Altman

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