More

    Visitare Puerto de la Cruz in un giorno a piedi (1a parte)

    Puerto de la Cruz, in origine Puerto de la Orotava e nato come piccolo villaggio di pescatori, è indubbiamente una delle città più caratteristiche di Tenerife, in grado di offrire numerose attrattive e di soddisfare le diverse esigenze dei turisti.

    Considerato dai suoi abitanti un autentico paradiso, Puerto de la Cruz si è convertito da piccola enclave di pescatori in porto commerciale dell’isola, continuando a tramandare la profonda tradizione di popolo marinaro nell’esportazione dei prodotti e nell’importazione di cultura.

    Legata profondamente non solo al mare, ma anche all’agricoltura, la cittadina di Puerto ha subìto una profonda trasformazione con l’arrivo dell’industria del turismo, perseguendo l’obiettivo di diventare la principale città turistica dell’Arcipelago.

    Puerto, per la sua conformazione geografica e per la ricchezza di siti interessanti, può essere visitata in un solo giorno, a piedi, riuscendo a sorprendere ogni turista.

    Partendo ad esempio dalle sue alture, e quindi lontano dalla costa, ci si trova di fronte al vero gioiello di Puerto, il Jardín Botánico o Jardín de Aclimatación de La Orotava.

    Realizzato nel XVIII secolo per la necessità di acclimatare le specie vegetali provenienti da diverse e remote parti del mondo, attualmente il Jardín Botánico occupa due ettari di superficie dove è possibile ammirare alberi esotici e tropicali, una grande varietà di palme, bromeliacee, aracee e moracee.

    Una volta terminata la visita, è possibile percorrere una qualsiasi delle strade di La Paz, nucleo urbano che domina la costa e che rappresenta uno straordinario balcone sull’Oceano Atlantico, per entrare a Puerto, per ammirare il suo eremo più antico, ovvero quello di San Amaro, costruito nel 1591 sull’importante necropoli guanche e dove ora sorgono hotel e negozi.

    Ma passeggiare per Puerto significa anche percorrere strade già percorse da personaggi famosi, come ad esempio Agatha Christie, la famosa scrittrice britannica cui è stata dedicata una via e che visitò la cittadina nel 1927, soggiornandovi per terminare due delle sue opere letterarie.


    In una di queste, L’enigmatico Mr Quinn, è contenuta una storia dal titolo L’uomo del mare, dove vi sono fedeli descrizioni di alcuni dei luoghi più emblematici di Puerto.

    Proseguendo la visita, non si può non sostare al mirador di La Paz, per avere una straordinaria panoramica sull’Oceano, sulla Playa Martiánez e sul complesso del lago omonimo.

    Da questo incredibile balcone naturale è possibile avere un colpo d’occhio sulla città in continua trasformazione: spiagge attrezzate, bar e ristoranti attendono i turisti dopo una passeggiata in tranquillità e lontano dal rumore.

    Scendendo quindi dalle alture e avvicinandosi al centro cittadino, passando per il paseo de San Amaro e il noto Camino de las Cabras, è doveroso fermarsi per gustare una delle migliori prelibatezze di Tenerife, il famoso zaperoco o, nella sua versione senza liquore, il barraquito.

    E tutti concordano che a Puerto se ne possa trovare il migliore in assoluto.

    Lo zaperoco è un caffè tipico delle Isole Canarie, benché sia proprio a Tenerife dove se ne consuma di più; generalmente viene servito in un bicchierino capace di contenere l’esplosiva miscela di cui è composto: latte condensato, Liquore 43, caffè, schiuma di latte, cannella, una piccola scorza di limone e cannella in polvere.

    Insomma, un’autentica golosità per gli amanti del caffè.

    Lo zaperoco è al centro di una curiosa querelle circa i suoi ingredienti, visto che non esiste un’unica ricetta per prepararlo, ma indubbiamente quello di Puerto de la Cruz è il più ambito, anche nella sua versione senza liquore, il barraquito.

    Gustata questa meraviglia, ci si può rimettere in cammino raggiungendo il paseo de las Palmeras (Avda. Agliar y Quesada); questo centenario paseo corre lungo 300 metri in linea retta parallelamente al barranco di San Felipe, sotto l’ombra di decine di palme canarie (Phoenix canariensis).

    Ilaria Vitali

     

    Articoli correlati