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    Pensioni spagnole, perdita di potere di acquisto pari a 350 euro al mese

    Secondo uno studio che ha analizzato le ultime riforme che riguarderanno le pensioni spagnole, si potrebbe verificare nel prossimo futuro una perdita del potere di acquisto di un intero settore sociale pari a 350 euro mensili, provocando irrimediabilmente gravi impatti sul prodotto interno lordo e sull’occupazione.

    La visione, per quanto distopica, si basa su di un rapporto elaborato dall’AFI, Analista Financieros Internacionale, commissionato dal settore assicurativo e che illustra il quadro complessivo dovuto agli effetti delle riforme in termini di impatto sui consumi e quindi sulle attività economiche.

    In breve il graduale aumento dell’età pensionabile, l’estensione degli anni di lavoro che vengono utilizzati per calcolare la pensione, il meccanismo che ignora la rivalutazione annuale di inflazione e le condizioni di salute finanziaria della Seguridad Social, tutti provvedimenti che dal 2019 entreranno in vigore per i nuovi pensionati, saranno causa di una diminuzione della retta pensionistica mensile, che passerà dall’attuale 81% dell’ultimo stipendio al 63,2% nel 2035, e di una diminuzione del 27% del potere d’acquisto del pensionato.

    In poche parole si sta già parlando di uno scenario drammatico di inflazione nazionale.

    Se questo depauperamento delle rette non viene compensato da provvedimenti da parte della classe politica, afferma AFI, l’unica soluzione che rimane per garantire pensioni accettabili e quindi un’economia sana è quella di affidarsi a prodotti assicurativi paralleli.

    Le stime sul periodo 2016-2035 parlano di una perdita annua di 20.144 milioni di euro di valore aggiunto lordo (VAB) e un taglio medio di 330.000 posti di lavoro, tra i quali posti diretti, indiretti e indotti.

    La società di consulenza ha calcolato che per compensare la perdita di reddito subita da un pensionato medio spagnolo di 67 anni, occorrerebbero 345 euro al mese, vale a dire un accumulo effettuato negli anni pre pensionistici di 55.500 euro.

    La domanda che sorge spontanea alla luce di quanto suggerito è semplice: come può un lavoratore medio fronteggiare piani di accumulo con stipendi che non bastano a supportare la quotidianità delle spese fisse cui deve far fronte?


    di Ilaria Vitali

     

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