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    Editoriale 2017

    di Bina Binella

    Carissimi amici e lettori anche quest’anno è passato, quest’anno bisestile ci ha lasciati, oserei dire finalmente! Pino Caruso diceva che “Augurarsi e augurare che l’anno nuovo risulti migliore del precedente è consuetudine antica. E significativa. Ci dice come in tutta la storia dell’umanità non ci sia mai stato un anno così ben riuscito da chiedergli il bis”. Mentre il mitico Lucio Dalla cantava “L’Anno che verrà” già nel 1979.

    Quante volte è successo di non trovare le parole adatte ad esprimere ciò che si pensa o che si prova, a volte si riesce a trovare una serie di bellissime ed appropriate frasi, un miscuglio tra magia ed armonia, tra creatività e realtà, per trasmettere ciò che si ha nel cuore, a me, ripensando all’anno passato, devo ammettere che mi si aprono nella testa solo guerre, drammi, attentati, miserie e suicidi, ed anche tanti morti fra artisti e famosi che avevano fatto la loro epoca: David Bowie, Glenn Frey, cantante degli Eagles, Keith Emerson, Prince, Giorgio Albertazzi e Silvana Pampanini, Bud Spencer  e Anna Marchesini, Gene Wilde e Dario Fo, Umberto Veronesi e Luciano Rispoli, Zsa Zsa Gabor e Fidel Castro, e per ultimo di questo 2016, il giorno di Natale, George Michael.

    Lo so non si dovrebbe mai scrivere di malinconia e tristezza, ma non sempre le parole vogliono venire in aiuto. Ma la mia è una semplice malinconia a ricordare gli attentati terroristici che hanno squassato il cuore della Vecchia Europa, la situazione politica ed economica italiana ai minimi termini, e mi fermo qui… questo mio breve scritto vuol essere soprattutto un augurio a tutti affinché il 2017, anno NON bisestile, ci porti benessere, soldi, sicurezza e serenità, ma anche tanto divertimento e tanta fortuna a tutti i connazionali obbligati a “scappare” all’estero per sopravvivere, il popolo italiano diventato un popolo di expat, bella parola e molto usata, dal bel suono onomatopeicamente parlando, perché a mio avviso fare gli expat è bello, buttarsi il passato alle spalle e ricominciare in un paese nuovo è bello! Mark Twain scriveva: “ Tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite”. La comunità italiana nelle Isole Canarie è in considerevole aumento, e come l’oceano che la circonda, è irrequieta e tumultuosa, ma le idee non mancano, non sempre a fini positivi, ahimè, ma siamo decisamente più creativi e fantasiosi di molti altri popoli.

    … una rabbia mi ha assalito sentire quella sottospecie di uomo di Neanderthal, chiamato ministro (italiano), affermare che i nostri giovani è meglio se se ne vanno dalla Patria – ma come si può pronunciare se non solo pensare, queste parole?

    Tante attività nuove e italiane hanno aperto a Tenerife, negozi e studi professionali, non più solo bar e ristoranti, si sono affermate molte iniziative per la crescita socio culturale ma anche tanti piccoli e medi imprenditori che in queste isole, non più idilliache, ancora ci credono!

    Ecco io auguro a tutti noi che questo paese tanto accogliente con i turisti si evolva per esserlo anche con chi ha deciso di vivere e crescere i propri figli qui, con chi ha deciso di fermarsi da pensionato o da imprenditore, abbiamo annusato un leggero default della burocrazia e dei servizi pubblici locali, diamo il tempo di risistemarsi capendo che si sta crescendo tutti assieme.


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